Ricorso improprio all’anticipazione di cassa, riscossione delle entrate insufficienti per garantire la gestione di cassa, dubbi sull’attendibilità delle somme iscritte a ruolo. Non è un giudizio positivo quello che la Corte dei Conti esprime nei confronti della gestione finanziaria del Comune di Teramo del 2014 che boccia nuovamente l’operato dell’amministrazione cittadina, ordinandole di “porre in essere azioni volte a favorire la riconduzione delle stesse entro i parametri di una migliore gestione finanziaria e contabile al fine di salvaguardare, anche per gli esercizi successivi, il rispetto dei principali vincoli posti a salvaguardia delle esigenze di coordinamento della finanza pubblica”.
Ad affermarlo è il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Fabio Berardini che, nel riportare gli esiti dell’organo di controllo secondo il quale non emergono per il Comune teramano gravi irregolarità, esprime alcune perplessità su alcune scelte di gestione. Prima fra tutte, appunto, l’anticipazione di cassa che dovrebbe in realtà essere usata solo in alcuni casi specifici, mentre a Teramo è utilizzata in maniera costante e reiterata nel tempo, con un disavanzo che, al termine del 2014, era di circa 5 milioni non rimborsati alla Tercas.
C’è poi il problema delle somme iscritte a ruolo, sulle quali la Corte “esprime seri dubbi in relazione all’attendibilità di tali imposte”, giudicando dunque in maniera negativa la gestione dell’amministrazione. “Appare, pertanto, necessario”, si legge, infatti, nella relazione, “che il Comune di Teramo effettui un’attività di attento monitoraggio della generale gestione di cassa, limitando l’utilizzo per cassa delle entrate a destinazione vincolata entro i parametri previsti dalla legge, in particolare evidenziando tutti i relativi movimenti nelle proprie scritture contabili e di bilancio”. Infine non è stata ritenuta esaustiva la specifica delle tipologie di spesa fornite alla voce “altri rimborsi” di circa 124 mila euro mentre non sono stati forniti i chiarimenti richiesti per il rendiconto del 2013 poiché non sono stati forniti con una delibera del Consiglio comunale.
“Appare imbarazzate e sconcertante”, commenta Berardini, “il fatto che né il sindaco né il presidente del Consiglio abbiamo provveduto ad inoltrare tempestivamente ai componenti del Consiglio la delibera datata 23 febbraio 2017. È necessario condannare la disinvoltura di questi organi di vertice nel trascurare un elementare principio di partecipazione e consapevolezza del ruolo istituzionale dei componenti del massimo Organo deliberante del Comune che, come noto, è demandato al fondamentale ruolo di indirizzo e di formazione di quella che è destinata ad essere la politica gestionale dell’ente locale”.