Roseto. Il segretario provinciale della Cgil FP, Amedeo Marcattilli, scrive una lettera al sindaco di Roseto, Enio Pavone, in difesa dei servizi pubblici e del lavoro pubblico, definiti “beni fondamentali per lo sviluppo e il benessere del nostro paese”. Il sindacato teramano ritiene che i servizi pubblici vanno fatti funzionare attraverso la valorizzazione dei lavoratori pubblici.
Le lavoratrici ed i lavoratori pubblici, spesso in condizioni disagiate, svolgono compiti di interesse primario per tutti i cittadini. Vorremmo ricordarle, grazie alle scelte del precedente governo Brunetta compreso, che i dipendenti pubblici stanno pagando due volte, da un lato con il blocco della contrattazione, con perdite mensili che vanno da 237 ai 315 euro, per una perdita complessiva che va dai 6.300 agli 8.700 euro in cinque anni, dall’altro con la riduzione delle detrazioni, che colpisce tutti, dipendenti pubblici compresi. Chi vuole colpire il lavoro pubblico finge di non sapere che troppo spesso le risorse umane, tecnologiche ed economiche vengono utilizzate in maniera inadeguata per l’irresponsabilità e l’incapacità di chi amministra, in questo modo si alimenta la sfiducia dei cittadini verso l’amministrazione pubblica e quella dei lavoratori verso chi decide. Una società più giusta non è immaginabile senza servizi pubblici”. La Cgil, alla luce della crisi degli enti locali non vorrebbe “che queste problematicità venissero usate per esternalizzare settori importanti di questo Comune, facendo venir meno le tante professionalità che in questi anni hanno operato per il bene dei cittadini. Noi crediamo che la valorizzazione, non la denigrazione, dei dipendenti possa, in un percorso condiviso, risolvere i problemi che sussistono anche in questo Comune. La nostra Organizzazione, come a sempre fatto, giudicherà – conclude l lettera – le azioni della sua amministrazione nel merito delle cose che ella vorrà mettere in campo, con la premessa che il nostro unico intento è quello di difendere e valorizzare il lavoro pubblico convinti come siamo che la politica di aumentare la distanza tra cittadini e lavoratori, per ridurre e privatizzare i servizi pubblici, non sia la strada per una migliore efficienza dei servizi da dare ai cittadini”.