Giulianova. Il Tar dell’Aquila ha dichiarato non a norma il chiosco appena realizzato all’interno della Bambinopoli, annullando l’autorizzazione unica del 10 marzo 2016, emessa dal Comune.
Cittadini, associazioni e movimenti si erano mobilitati contro il chiosco reaalizzato per attività di somministrazione di alimenti e bevande all’interno del Parco Franchi.
I giudici hanno ritenuto che il basamento di cemento che funge da fondamenta al chiosco sia stato realizzato in violazione della disciplina di riferimento dei chioschi collocati su suoli pubblici. Alla luce della sentenza il chiosco, che aveva avviato da poco l’attività, non ha più l’autorizzazione amministrativa per l’edificazione , sentenza che ora spetterà al Comune eseguire.
Una sentenza che ha scatenato la reazione della consigliera del Movimento 5 Stelle, Margherita Trifoni, che si è definita “indignata e rammaricata circa la vicenda dei così detti chioschi, che da anni violentano i nostri spazi verdi . Fin dal primo momento in cui ho visto le platee in cemento armato all’interno del parco Matteotti e del parco Franchi ho battagliato in tutte le sedi istituzionali per evitare lo scempio e la cementificazione delle aree adibite a verde pubblico. Abbiamo lottato in commissione urbanistica, in consiglio comunale, abbiamo denunciato le irregolarità sui giornali, ma nulla è servito per evitare la costruzione di quei ‘chioschi’. Carte alla mano abbiamo fatto notare, a più riprese, al Sindaco Mastromauro e al suo dirigente Mastropietro che la Regione, in un suo parere paesaggistico, affermava che i progetti in questione non dovevano presentare battuti cementizi ma, ancora una volta, i nostri appelli al buon senso sono caduti nel vuoto dell’arroganza e della presunzione dei nostri amministratori”.
Seconda la consigliera M5S “il TAR ha sentenziato quello che predicavamo già a fine 2015: la struttura del ‘chiosco’ del Parco Franchi nel suo basamento è totalmente irremovibile, pertanto ricorso accolto e autorizzazione alla sua costruzione annullata. Ma questo non è abbastanza, a mio avviso, il tribunale amministrativo aggiunge che l’uso della piattaforma in conglomerato cementizio armato non risulta allegato agli elaborati progettuali e ai documenti del progetto stesso; a quanto pare si profilerebbe, una grossolana omissione e negligenza, se non qualcosa di più, da parte del progettista e del dirigente che ha rilasciato il permesso a costruire. Ma chi è il tecnico progettista? Tal Architetto Guerrucci di lì a poco nominato assessore ai lavori Pubblici nei primi mesi del 2106. Tralasciando l’operato del dirigente Mastropietro, già coinvolta in un grave rinvio a giudizio per il caso ‘Rifiutopoli’, mi chiedo se l’approssimazione e la negligenza dimostrate dall’Assessore Guerrucci meriterebbe quantomeno una riflessione sull’opportunità di mantenere la delega ai lavori pubblici”.
Trifoni ricorda poi al sindaco “per la prossima volta, di ascoltare le istanze del Movimento 5 Stelle e dei tanti cittadini che rappresento, in modo da evitare, seri danni al territorio e delle immani figuracce alla sua già precaria immagine di primo cittadino”.