Sanità in Val Vibrata: Ferranti chiede interventi per mobilità passiva e liste d’attesa

ferranti.jpg1Sant’Egidio alla Vibrata. Una lettera aperta al manager della Asl di Teramo e alle istituzioni per sottolineare quanto fatto, ma anche per chiedere alle istituzioni un impegno concreto per fronteggiare mobilità passiva e liste d’attesa. E’ il contenuto dell’intervento di Settimio Ferranti, presidente del comitato Dalla parte giusta.

“ Il presidente di Dalla parte giusta…Settimio Ferranti, a nome dei iscritti che ivi rappresenta, ringrazia il manager della Asl di Teramo Giustino Varrassi, che già dal suo recente insediamento, che con grande sforzo e con le ristrettezze economiche disponibili, di questi tempi, sta cercando di tamponare la falla della mobilità passiva e delle liste d’attesa, della Asl Teramo, in particolar modo verso le qualificate strutture della vicina e competitiva vallata ascolana (regione Marche), rimettendo di fatti personale medico e paramendico qualificato, aria utile, fresca e pulita, negli ospedali transfrontalieri, vedi ciò che si è già fatto e si sta facendo al presidio ospedaliero Val Vibrata di Sant’Omero. Il presidente di Dalla parte giusta. Settimio Ferranti, fermo restando quello che si è detto, si è fatto e quello che sa da fare, ci tiene a chiedere, però, alle prime autorità sanitarie locali vibratiane, al manager della Asl di Teramo Giustino Varrassi, al commissario regionale Gianni Chiodi ed alla Sua vice Baraldi, in considerazione della forte mobilità passiva, ed in alcuni casi, delle lunghe liste d’attesa della nostra Asl teramana, se non sia il caso, per bloccare la tracimazione verso altre strutture, oggi più che mai, di sperimentare e mettere in campo una task force con la vicina Asl di Ascoli Piceno e con la regione Marche, per accordi e convenzioni tra Asl transfrontaliere, a mò di zona franca sul quadrilatero metropolitano: Ascoli Piceno, Teramo, San Benedetto del Tronto, Giulianova, per la riduzione se non annullamento della fastidiosa mobilità passiva e delle odiose liste d’attesa, che a tutt’oggi costano alla comunità abruzzese milioni e milioni di euro, e che ancora ahimè, come un cancro per tutti, non si riesce a debellare in maniera sinergica, costruttiva e definitiva”.

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