Atri. Tutto e il contrario di tutto. Sembra essere proprio questa, ad oggi, la caratteristica principale del Pdl di Atri e Pineto. O, almeno, questo è il pensiero del segretario comunale del Pd atriano, Herbert Tuttolani che, in una nota, evidenzia quello che definisce il “valzer del tutto va bene e tutto va male, che si alternano di volta in volta, senza che nulla intorno sia realmente cambiato”.
Tuttolani fa, dunque, un excursus su quelle che sono state le posizioni del centro destra, in riferimento soprattutto alla vicenda relativa all’ospedale San Liberatore di Atri.
Partendo dall’anno scorso, quando i coordinatori del Pdl atriano “minacciavano di rimettere le cariche nel caso in cui l’allora assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, non fosse tornato sui suoi passi sul piano di riordino sanitario. Venturoni non lo fece, ma nessuno si è dimesso”. E poi, ancora, la prima redazione del Piano aziendale del direttore generale della Asl di Teramo, Giustino Varrassi: “Atri perde l’Utic e Urologia e Psichiatria vengono declassate. Per il Pdl di Atri il piano è ottimo e potenzia il San Liberatore”. Ma trascorre solo qualche mese e alcuni esponenti di partito prendono posizione e lamentano un certo disagio rispetto alle decisioni di Varrassi, arrivando a chiederne anche le dimissioni.
Arriviamo al mese di ottobre, quando il Comitato per la salvaguardia dell’ospedale annuncia il programma di quella che poi si sarebbe rivelata una grande mobilitazione cittadina (8 ottobre scorso). In un comunicato congiunto, il Pdl di Atri e Pineto definisce la manifestazione “sessantottesca”, aggiungendo che mai avrebbero partecipato. “Salvo poi vedere alcuni di loro sfilare fianco a fianco con il sindaco Astolfi”.
Il “ballo dei passi indietro” continua con Varrassi, “braccio armato del Pdl”, come lo definisce ancora il segretario del Pd, che fa marcia indietro sui reparti di Psichiatria e Urologia. “Contemporaneamente” aggiunge “il Pdl di Pineto torna a lamentare l’azione di Varrassi, reo di aver effettuato solo tagli sul nosocomio atriano, senza mantenere le promesse relative ai nuovi macchinari”.
E, infine, arriviamo ai giorni nostri: “ieri, ancora una volta, il Pdl di Atri e Pineto è tornato ad elogiare l’operato di Varrassi. Si fa fatica solo a ripercorrere queste vicende, figurarsi a concepirle! C’è una palese confusione, che probabilmente nasconde solo dei tentativi mal riusciti di dare risposte ad un elettorato che sempre più si rende conto dell’impotenza della locale classe dirigente pidiellina di fronte alla scure del centro destra provinciale e regionale, che punta solo al depauperamento del San Liberatore. Per usare termini cineasti tanto cari al Pdl, i cittadini stanno assistendo ad un film davvero brutto. Scritto, diretto e interpretato dal centro destra locale”.
Sulla stessa linea d’onda si muove anche il pensiero di un altro partito, politicamente opposto: La Destra atriana, la quale replica alle dichiarazioni rilasciate ieri dal Pdl di Atri e Pineto, che definisce “inappropriate, fuorvianti per i cittadini e con diverse contraddizioni”.
“Si parla di Pd e alleati con l’Udc in regia” commenta il segretario Roberto Marchione “ma la realtà dei fatti non è questa. Anche La Destra si sta adoperando assieme ai partiti di minoranza consiliare per la salvaguardia dell’Ospedale San Liberatore e non è attualmente alleata del Pd né di nessun altro partito presente sul territorio atriano e né tantomeno si fa dettare la regia di un’azione politica dall’Udc o da chicchessia, compreso il Pdl”.
E, a proposito di ospedale, “sembrano alquanto contraddittorie le dichiarazioni sull’Utic. Si dice che non è mai stata chiusa, ma allo stesso tempo si afferma che i ricorsi non servono a nulla. Forse alla maggioranza sfugge che l’Utic non ha mai chiuso proprio per i ricorsi in atto, altrimenti avrebbe abbassato la saracinesca già il primo agosto scorso”. E aggiunge: “Con tutto il rispetto per la professionalità degli specializzandi, e senza metterle in dubbio, come si fa a definire potenziata una Cardiologia in cui l’Utic e i medici vengono sostituiti da quelli che sono fondamentalmente ancora studenti? L’esperienza sul campo non potrà mai essere la stessa”.
Sempre in tema di sanità, argomento principe nella cittadina ducale, Marchione si chiede per quale motivo, con un debito che ammonta a 5 miliardi di euro, si è deciso di spendere diverse centinaia di milioni di euro per la costruzione degli annunciati cinque nuovi ospedali dove già ne esistono? Non si poteva invece distribuire questa somma per il riammodernamento dei nosocomi esistenti in regione, riducendo di conseguenza i tagli?”.
Infine, non poteva mancare un riferimento al Pdl, in particolare quello di Pineto, che il segretario de La Destra definisce “ondivago”. “In una decina di giorni ha cambiato più volte opinione” commenta. “Forse a Pineto esistono due Pdl che agiscono a turno a seconda di come più può far comodo?”.
Che tiri una brutta aria all’interno del partito di maggioranza atriana lo si capisce nel tardo pomeriggio. Come un fulmine a ciel sereno, arriva la notizia, non ancora ufficializzata dal partito, ma confermata da più parti: Domenico Felicione ha rassegnato le dimissioni da coordinatore comunale Pdl. Cosa lo abbia spinto a questo gesto “estremo” è ancora poco chiaro, ma era quantomeno evidente una certa insofferenza tra le fila del partito. Acuita, ultimamente, da non poche “discordanze” sul tema sanitario, nonostante le continue rassicurazioni dello stesso Pdl, che più volte aveva evidenziato l’assoluta compattezza in particolare nell’attività politica in difesa del San Liberatore. Smentendo di fatto quelle voci di una presunta spaccatura interna. Che oggi tuttavia sembrano trovare conferma in questa mossa a sorpresa.