Vincenzo Di Marco, sindaco di Castellalto ed esponente Pd, tira un bilancio degli ultimi risultati emersi dalle provinciali.
“La prima considerazione fa riferimento al fatto che questa elezione particolare di secondo livello non rende giustizia al territorio, in quanto ci sono ampie zone del nostro comprensorio provinciale non rappresentate in maggioranza, vedasi area interna del Vomano, del Fino e tutta l’area della montagna – dice il primo cittadino – Questo non è accaduto non per mancanza di numeri provenienti da quei territorio, ma per una gestione sbagliata di indirizzo del voto. Credo che adesso si debba, dopo il referendum del 4 dicembre, che ha mantenuto le province scritte in costituzione, tornare a dare la parola ai cittadini e farli esprimere direttamente sui loro rappresentati, al fine di tutelare gli interessi pubblici territoriali. Anche perché dall’esito del voto di domenica scorsa non esce una maggioranza netta per governare, al contrario di come accadeva quando a votare erano i cittadini, dove l’esito consegnava numeri certi. Qui invece si dovranno trovare da adesso in poi equilibri possibili, in considerazione del fatto che l’assemblea dei sindaci, altro organismo principale della provincia, ha una composizione politica diversa”.
E ancora: “Credo che questo ente definito “Locale” debba occuparsi, come ho sempre sostenuto, solo di strade e scuole. Ringrazio i dipendenti della Provincia che hanno vissuto e stanno vivendo momenti difficile per la loro sorte occupazionale, dei quali ho avuto modo di apprezzare ancora di più in questi 2 anni la loro dedizione e professionalità. Faccio i complimenti e gli auguri di buon lavoro agli eletti e credo che questi ultimi debbano concentrarsi subito a far uscire dal commissariamento la Provincia di Teramo, nella speranza che venga subito ristabilita, alla luce del voto refendario, la riattribuzione dei fondi per la sistemazione urgente della rete viaria e garantire la sicurezza piena negli edifici scolastici. Concludendo la valutazione politica, al netto dell’amarezza che si prova quando si perde, perché credo che a nessuno piaccia perdere e non essere eletto, dico subito che non sono interessato personalmente a fare alcun ricorso per rientrare in consiglio provinciale. Non amo la carta bollata per fini personali. Il dato politico io l’ho già tratto, nonostante la mia rielezione e il seggio alla lista siano mancati per un’incollatura per alcuni voti a me non attribuiti, a causa di una quantità importante di schede nulle”.