Atri. Smaltita la forte delusione a caldo per la “bocciatura” del ricorso contro la chiusura dell’Utic di Atri e il ridimensionamento del reparto di Psichiatria del San Liberatore, decisa dal Tar giovedì pomeriggio, l’opposizione atriana (Pd, Udc, La Rosa Bianca e La Destra) torna all’attacco e annuncia con forza l’intenzione di non fermarsi e proseguire, con i mezzi a disposizione, la battaglia per scongiurare il lento declino del locale ospedale.
“Il provvisorio esito negativo delle richieste al Tar Abruzzo di sospendere gli atti del Direttore Generale, contenenti pesanti tagli all’Ospedale di Atri, ci lascia esterrefatti ed amareggiati” commentano in una nota. E in attesa delle decisioni del Consiglio di Stato, “confidiamo che ci sia ancora un margine per impedire lo spegnimento del San Liberatore, come di fatto sta avvenendo con le chiusure di Utic, Psichiatria ed Urologia. Da tempo, insieme al Sindaco di Pineto, Luciano Monticelli, abbiamo denunciato con forza questa tragica prospettiva che va nella direzione di un asse Teramo/Giulianova ed abbiamo agito, con i mezzi che ci erano consentiti, per impedire che si attuasse, nello scherno di alcuni e nella non curanza di molti. Chi ci ha dileggiato adesso forse gioirà, chi non ha capito probabilmente si sta rendendo conto della tragica presa in giro che hanno riservato agli atriani ed a tutto il comprensorio i vari Chiodi, Venturoni, Varrassi con la compiacenza degli amministratori locali. Non tutto è perduto e faremo ancora quel che resta, sperando che anche i tiepidi e gli increduli prendano atto davvero di quel che sta avvenendo e si uniscano a questa battaglia che dovrebbe essere di tutti”.
Queste le premesse, dalle quali si sviluppa la sfida che la stessa opposizione lancia al direttore generale della Asl di Teramo, Giustino Varrassi: “venga finalmente ad Atri ad ascoltare e a confrontarsi come stiamo chiedendo da mesi, non in compiacenti salotti, ma in una bella e partecipata seduta pubblica di quello stesso Consiglio Comunale che da tempo gli ha inviato una proposta unanime di assetto per il nostro Presidio che egli continua ad ignorare sbeffeggiando una intera comunità. Ci chiediamo: visto che lo stesso dott. Varrassi, in pieno Consiglio Provinciale, ha detto che il Presidio di Atri è l’unico tra quelli aziendali a fare mobilità attiva, perché continua a penalizzarlo? Un manager non dovrebbe invece potenziarlo e rivolgere altrove la sua forbice?”