Teramo. Associazione a delinquere, rissa, devastazione e saccheggio, stalking, brigantaggio. Sono questi i reati contestati dalla Procura di Teramo che a giugno ha chiuso l’inchiesta relativa agli scontri teramani tra i gruppi fascisti e antifascisti.
Tutto è cominciato quel 24 dicembre 2009, quando le due fazioni se le diedero di santa ragione davanti ad un locale di Villa Pavone. “In quel caso” spiega il segretario comunale Filippo Torretta “la Procura parla di rissa, nonostante i gruppo fascisti fossero armati di coltelli. Secondo gli atti, invece, i ragazzi del gruppo antifascista hanno avuto la deliberata volontà di esporsi ai coltelli”.
Da qui l’ipotesi della rissa, che cancella la vera e propria aggressione da sempre ipotizzata da Rifondazione. “Ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso” aggiunge Torretta “più chiaro e, invece, con il loro comportamento criptico hanno determinato in seguito altri episodi, che sono sicuramente da condannare. L’associazione a delinquere, tuttavia, sembra un provvedimento non adatto al caso. E’ un fatto estremamente grave che interpretiamo come un attacco a Rifondazione Comunista, finalizzato a liberare la città da coloro che hanno provato ad ipotizzare per Teramo qualcosa di diverso. Ci troviamo di fronte ad una chiusura totale della democrazia e noi vogliamo portare avanti una mobilitazione per far capire alla città che, al di là della condivisione degli ideali, c’è un problema di limitazione della libertà di opinione”.
“Ipotizzare il reato di associazione a delinquere” commenta il segretario regionale Marco Fars “è assolutamente fuori luogo e, se non fosse per la gravità del reato, sarebbe addirittura ridicolo. Questi gruppi non sono nati per delinquere, ma per rivendicare un ideale. Solo in seguito sono nati i conflitti, ma non stiamo certo parlando della banda della Magliana. Non scherziamo, questi ragazzi rischiano condanne superiori a dieci anni. Gli episodi nascono dall’aggressione del dicembre 2009, ma da settembre 2010 a oggi non viene contestato alcun reato. Eppure i ragazzi hanno continuato a fare campagna politica. E, allora, visto che non è successo nulla in termini di scontro fisico, cosa viene inserito nell’inchiesta? Un pesce d’aprile, giudicato come un procurato allarme. Tutto questo è sconcertante. Sono stati sequestrati dei computer per un pesce d’aprile. Non è giusto che questi ragazzi vengano visti come mostri e criminali, fanno solo impegno politico ed è giusto che paghino per i danni arrecati. Ma l’associazione a delinquere mi sembra un provvedimento abnorme. Ed è chiaro che in tutto questo ci sia la forte azione della Questura”.