“Normalmente” spiega in una nota il partito “il compenso per chi svolge questa funzione, spesso anche per sopperire a condizioni economiche non sempre floride, è disponibile nel giro di pochi giorni, così come è avvenuto, ad esempio, a Roseto degli Abruzzi o a Giulianova, dove sono stati pagati tutti immediatamente dopo lo svolgimento dei referendum. A Teramo, invece, regna la confusione e di fronte alle legittime proteste di chi chiama l’ufficio ragioneria del Comune per avere lumi, spesso si risponde girando la telefonata a qualche altro sfortunato dipendente del Comune che non sa o addirittura non si risponde e si tace… non si comprende se perché si acconsente o perché si sta zitti e basta”.
Il pagamento delle spese per le votazioni referendarie viene di solito anticipato dai Comuni che, successivamente, vengono integralmente rimborsati dallo Stato. Secondo il PRC, il “dubbio-quasi certezza” è che il Comune di Teramo non abbia i soldi in cassa “neppure per anticipare queste spese”.
Rifondazione Comunista chiede pertanto che vengano pagati immediatamente presidenti e scrutatori “o che, quanto meno, Brucchi ci spieghi perché il Comune da lui amministrato non riesce a fare ciò che gli altri Comuni hanno già fatto senza difficoltà, sperando che la voragine di bilancio creata da un’amministrazione incapace e dal governo di Silvio Berlusconi non sia tale da non permettere neppure di gestire la più ordinaria delle amministrazioni”.