“A Giulianova, a partire dal mercanteggiamento che portò alla caduta del sindaco Cameli – ha spiegato Il Cittadino Governante – si è radicato un trasversalismo fatto di esponenti politici che passano da uno schieramento all’altro, pur di acquisire potere; sta prendendo piede, sulla scena politica cittadina, una sorta di “pensiero unico” (una visione politica conservatrice e anacronistica con poco senso della cosa pubblica e lontana dalla tutela degli interessi generali e dei beni comuni) che rende sostanzialmente simili i due schieramenti tradizionali (il che facilita il “trasversalismo di potere”). Lo dicemmo, i due schieramenti a Giulianova tendono ad essere uguali e per questo proponemmo, col Cittadino Governante per cambiare, una reale alternativa programmatica. I fatti ci stanno dando, purtroppo, ragione”.
Insomma per l’associazione giuliese il rimpasto non sarebbe avvenuto per “attrezzare e qualificare di più la giunta comunale”: fallito il tentativo di “far entrare nell’esecutivo il consigliere Francioni, è stata riesumata, d’urgenza, la collaborazione con l’Udc (anch’essa pochi giorni prima bocciata dal Pd) onde evitare la fine della maggioranza, che comunque, senza i voti dei quattro di Progresso Giuliese si dovrebbe reggere sui voti decisivi dei consiglieri Di Carlo e Cameli (sindaco e vicesindaco del centro-destra per nove anni e avversari di Mastromauro alle ultime elezioni). La realtà ha superato la più rutilante delle vene della fantapolitica. Togliere dal conflitto di interessi (incarico in giunta – lavoro svolto) l’assessore Mellozzi e togliere, nell’urbanistica, tutti dall’imbarazzo. Bastava, però, non cacciare Margherita Trifoni. Mentre in Italia spira fortissimo il vento del cambiamento che travolge idee e uomini anacronistici e promana direttamente dalle menti e dai cuori dei cittadini che, con la loro voglia di partecipazione, stanno fissando i nuovi valori e le nuove opzioni programmatiche per i governanti, a Giulianova si è immersi in un incredibile valzer delle poltrone. Il bisogno di cambiamento se non lo si percepisce in tempo, poi travolge. E’ inevitabile e accadrà anche a Giulianova. Tiene banco, nei commenti, il colpo di teatro dell’ingresso in giunta dell’Udc e di Nausicaa Cameli (capolista di quell’Udc che aveva proposto e fatto sostenere dal resto del centro-destra giuliese la candidatura a sindaco di Giancarlo Cameli). Noi riteniamo che i figli possano pensarla in maniera molto diversa dai padri, anche in politica, così come riteniamo che l’Udc (come qualsiasi altro partito) possa scegliere di allearsi con chi voglia. Quello che è riprovevole è che questi riposizionamenti (del partito e della candidata) vengano fatti,dopo un preciso mandato elettorale che li collocava all’opposizione e fuori dal consiglio comunale, nel corso del mandato stesso e, soprattutto, improvvisamente, senza alcuna linearità, senza alcuna coerenza, senza alcuna storia di strategia comune con i nuovi alleati. Insomma così si presta molto il fianco alla facile critica della politica come occupazione del potere. Infine c’è un aspetto molto particolare che attiene al rispetto delle persone ed al buon gusto, necessari anche in politica. La neo-assessore Cameli va a collaborare con una maggioranza in cui ritrova alcuni dei massimi artefici dei due pezzi di schieramento che contrattarono la caduta del sindaco Cameli nel 2003 (“noi vi firmiamo la sfiducia al sindaco se voi ci votate l’affare ex Sadam”) scrivendo una delle pagine più brutte della storia politica della città. E’ vero che il tempo allevia le amarezze. Però, possiamo immaginare, quanta pena e quanto imbarazzo possa provare dentro di sé l’ex sindaco Giancarlo Cameli nel dover fronteggiare in consiglio comunale questa paradossale situazione. Questa faccenda, è palpabile in città, urta, non poco, il sentire comune”.