Roseto. Saranno definite il prossimo 14 giugno le modalità per la formazione della nuova segreteria collegiale del Pd di Roseto. Solo dopo il direttivo provinciale del partito, previsto appunto per martedì, si saprà di quante persone dovrà essere formata la trojka che dovrà traghettare il circolo rosetano fuori dalle secche di una sconfitta che di sicuro lascerà molti strascichi in futuro. Tre, cinque, forse più.
E’ ancora poco chiaro di quante persone sarà composta la nuova segreteria rosetana del Pd. Dal direttivo fiume del circolo che si è svolto martedì e mercoledì, dove entrambe le sedute sono andate avanti sino a tarda notte, è emerso solo che saranno le nuove leve a dover prendere in mano un partito che ad oggi appare in subbuglio e che vedrà il nuovo segretario alla fine dell’anno. Per ora è il momento delle correnti, dopo l’era di Tommaso Ginoble che pare giunta al termine della sua monoliticità.
Nel suo lungo intervento di circa un’ora, il segretario provinciale Robert Verrocchio ha ripercorso le motivazioni che hanno portato alla sconfitta di Teresa Ginoble. Verrocchio, di fronte ad un caldissimo direttivo rosetano, è tornato a parlare di “sconfitta preannunciata” frutto di un eccessivo isolamento e di “segnali inascoltati”. La composizione della nuova segreteria collegiale darà la misura di quanto la reggenza temporanea delle nuove leve assomiglierà ad un commissariamento di fatto, dopo quello de iure adombrato nei giorni passati ma definitivamente scartato.
Tre le componenti che dovranno confrontarsi nel prossimo futuro. Da una parte i ginobliani, ancora maggioritari all’interno del partito rosetano e compatti nel confrontarsi con una linea, quella provinciale, che in molti associano come filo-verticelliana. Dall’altra due nuove linee. Anzitutto i dissidenti, una piccola falange che al momento conta circa dieci persone, da tempo molto critici verso la linea della segreteria rosetana di Celestino Salvatore e pesantemente criticati nel corso del direttivo sia dall’ala ginobliana che dall’ex sindaco Franco Di Bonaventura, che li ha definiti tra gli artefici della sconfitta del partito. Portavoce di tutto il malcontento dei cosiddetti “verrocchiani” nel corso del direttivo è stato l’ex assessore alla Cultura Sabatino Di Girolamo. Ma a destare sorpresa è stata la durissima presa di posizione di Giulio Sottanelli, che con un documento fatto leggere nella seconda serata del direttivo (lui era a Milano) ha attaccato frontalmente l’ex amministrazione per le scelte fatte ed ha accusato l’ex area Ds di aver posto il veto ad una sua possibile candidatura a sindaco, cui pure egli non aveva negato la disponibilità. E qualcuno già pensa che una terza area, facente riferimento proprio all’ex vicepresidente della Provincia, possa voler dire la sua nella segreteria che dovrà nascere.
Alessandro Consalvi