Provincia Teramo; nuova organizzazione dell’ente. Cosa cambia nei settori e tra i dirigenti

ProvinciaTeramoTeramo. Nei giorni scorsi, nella sede della Provincia, sono stati illustrati ai il nuovo assetto organizzativo dell’Ente e la relativa pianta organica, dopo due anni dall’insediamento della nuova giunta provinciale Una pianta organica che verrà resa pubblica nei prossimi giorni ma già ci sono i primi malumori.

Le novità nei settori. La ventilata riduzione di questi ultimi, per ottimizzare i costi, in realtà pare non ci sia stata; contando i settori di staff e di segreteria il numero è rimasto uguale ai 12 già presenti precedentemente. I settori tecnici, invece, sono stati ridotti da 4 a 2 (l’unico dirigente tecnico della provincia, Agrippino Valente, a luglio, verrà collocato in pensione) mentre gli altri sono stati rimodulati creando, a volte, settori ibridi dove convivono competenze che non hanno alcun collegamento tra di loro (vedi, ad esempio, turismo con ufficio motori agricoli). Sarà creato l’ufficio relazioni con il pubblico ma in un settore diverso dalla redazione web e dall’ufficio stampa dell’ente. E in ultimo il “balletto” di personale e dirigenti. Rispetto a questi ultimi c’è stata la tanto annunciata rotazione delle figure apicali dell’ente, anche se non si comprendono bene i motivi alla base di tali spostamenti, a meno che non si voglia pensare a motivi di opportunità “politica”. Infatti, mentre alcuni dirigenti restano al loro posto (vedi avvocatura) a causa della specificità del titolo di studio richiesto, altri, seppure specializzati nella materia relativa al settore di riferimento, sono stati destinati alla guida di servizi che poco hanno a che fare con le relative competenze. Ad esempio al settore IV (bilancio) andrà Leo Di Liberatore, mentre l’esperto Corinto Pirocchi prenderà il suo posto alla guida del settore Appalti e Contratti.
Anche per i dipendenti non dirigenti ci sono diverse novità: spostamenti tra settori, attribuzioni e eliminazioni di posizioni organizzative e alte professionalità (con relativi aumenti di stipendio), aspettative deluse e servizi depotenziati, questo il quadro che si è presentato dalla prima lettura di un documento composto da diverse pagine, di non facile comprensione.
Se tali scelte sono azzeccate solo il tempo potrà dirlo, resta il fatto che mano a mano che le notizie della riorganizzazione si diffondevano nell’Ente, il disagio dei dipendenti diventava sempre più concreto.
Tra l’altro, se ormai la riorganizzazione è di pubblico dominio, le organizzazioni sindacali non sono state informate ufficialmente e occorrerà verificare quale sarà la loro posizione in merito, soprattutto in merito all’incidenza che tale nuovo assetto avrà sui fondi destinati al personale.
Che dire:dopo due anni la montagna potrebbe aver partorito il topolino, oppure inizia un nuovo assetto di un ente che aveva certamente bisogno di linee guida visto che negli ultimi mesi, tra ricorsi al TAR, ispezioni ministeriali, riorganizzazioni politico-amministrative, le incertezze, soprattutto tra il personale, vero motore dell’Ente, erano diventate insostenibili.

 

 

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