Atri. Il rimpasto è una pratica diffusa nella amministrazione delle Istituzioni. Viene effettuato per ragioni diverse: per esigenze di equilibrio tra forze politiche, per rilanciare l’azione amministrativa o per sollevare dall’incarico componenti dell’esecutivo la cui attività è stata ritenuta poco incisiva, se non fallimentare.
“Il rimpasto atriano, siamo certi poggi su quest’ultima”. E’ quanto sostengono le segreterie politiche e i gruppi consiliari di Pd, Udc e La rosa bianca che, in una nota congiunta, aprono una riflessione sul metodo e sul merito con cui si è concretizzato all’interno dell’amministrazione guidata dal sindaco Gabriele Astolfi.
“Le dichiarazioni della consigliera comunale Angela De Lauretis lasciano poco spazio alle interpretazioni, anzi rafforzano il giudizio sulla scarsa capacità di confronto del sindaco, considerato lo stupore dell’ex assessore alla Cultura nell’apprendere del conferimento di una nuova delega, senza esserne informata e, soprattutto, unilateralmente, avendo la stessa comunicato la propria indisponibilità. Da parte nostra, nessuna sorpresa, solo conferme”.
E’ il “metodo Astolfi”, aggiungono, quello “che non risparmia nessuno, nemmeno i suoi più stretti collaboratori. E’ l’ennesima dimostrazione della sua arroganza e della sua supponenza. La politica ha uno stile che il sindaco di Atri ignora del tutto. Le ragioni del rimpasto, pur se maldestramente motivate dal sindaco come semplice azione di rilancio, hanno una sola lettura: il totale fallimento della politica culturale e turistica, non solo dell’ex assessore, ma di tutta la Giunta Astolfi”.
Basti pensare al Festival del Reportage, che “in due anni ha bruciato oltre 600mila euro. Non solo ha impoverito le casse comunali, ma ha costretto al ridimensionamento delle tante iniziative esistenti, molte delle quali importanti e di carattere nazionale. Totalmente inascoltate sono rimaste le sollecitazioni dei consiglieri di opposizione, che invocavano il ritorno alla lucidità e alla realtà!
Secondo i gruppi di opposizione, il rimpasto, con le dimissioni della De Lauretis non assolve nessun componente della giunta, sindaco in primis, anzi ha tutto il sapore di un rito con il quale si è immolato il capro cui far espiare responsabilità che sono di tutti gli amministratori, considerato che gli atti proposti dall’ex assessore alla Cultura e Turismo sono stati assunti all’unanimità. Il rimpasto ha riguardato altre deleghe, l’Urbanistica e il Bilancio che, unitamente alla Cultura e Turismo, sono ritenuti strategici dall’esecutivo. Resta ben poco da dire, se non prendere atto del fallimento totale della Giunta Astolfi, soprattutto del sindaco, nonostante le sue elucubrazioni da incantatore di folle”.