“La Costituzione repubblicana elaborata con il decisivo apporto del Pci togliattiano”, ha detto De Berardinis sostenendo di posizionarsi a sinistra dell’attuale Pd, “viene messa oggi a rischio dalla contro-riforma targata Renzi-Boschi-Verdini. Una pericolosa operazione che insieme con l’Italicum stravolge il nostro assetto istituzionale e democratico, per deragliare verso un confuso superamento del bicameralismo perfetto”.
Per l’ex Pd, infatti, con l’attuazione della riforma “tenta di ridurre la partecipazione dei cittadini e la sovranità popolare”, tagliando progressivamente quella democrazia che i padri costituenti hanno voluto donare all’Italia”. E in particolare si contesta il fatto di concentrare nelle mani di un solo partito alla Camera il potere, togliendo ai cittadini la possibilità di votare direttamente i senatori e triplicando il numero delle firme necessarie per i disegni di legge di iniziativa popolare. Scelte, queste, che sembrano andare contro le idee dei padri costituenti.
“Per Togliatti, come per molti altri protagonisti delle diverse culture politiche presenti nell’Assemblea Costituente”, sostiene De Berardinis, “la Costituzione rappresentò il traguardo finale di un complesso percorso di elaborazione, discussione e sintesi politica, maturato durante gli anni della repressione nazi-fascista, dell’esilio, nonché della Resistenza e delle esperienze dei CLN”.
“Per questo”, conclude De Berardinis, “nel solco di Togliatti e della sua eredità politica e culturale, occorre battersi in difesa della nostra Costituzione, per un secco “NO” al Referendum”.