Un ridimensionamento senza una linea strategica e una mancata condivisione con i territori sottolineano i due consiglieri democratici: “Il provvedimento firmato da Varassi sarebbe lacunoso in diversi punti. Mancano le Linee guida della Regione per quanto riguarda l’assetto organizzativo dei dipartimenti e dei Primariati..Non è avvenuto, inoltre, nessun confronto con il Consiglio Sanitario, il Collegio di Direzione e non è stata fatta nessuna informativa sindacale. Non si sa neanche in base a quali criteri oggettivi si determinano le strutture complesse e quelle semplici. Si notano anzi molte contraddizioni:mentre nell’atto si dice che viene fotografata la situazione attuale dei primariati e dei direttori attuali e si confermano tali posizioni, si rileva che per delle Unità Operative Complesse che hanno già un primario vengano declassate a semplici, mentre nelle Unità Operative Semplici prive di un primario si provvede ad elevarle ad unità complesse. Chissà per quale ragioni organizzative?”
Altri dubbi ai consiglieri del Pd nascono dalla presunta implementazione della collaborazione con l’Università di Medicina dell’Aquila. “Ciò vuol dire che reparti ospedalieri verranno coadiuvati dal supporto scientifico di questo Ente? Anche in questo caso – hanno precisato Di Luca e Ruffini – non c’è stata nessuna discussione e nonostante il Pd non sia contrario a priori, crede sia necessaria una maggiore riflessione e condivisione da parte degli stessi operatori sanitari con i quali i docenti universitari si troveranno a collaborare. La nostra posizione nasce dopo aver raccolto una crescente insofferenza dei sanitari e delle istituzioni locali come denunciate dal sindaco di Giulianova”.
Per Ruffini e Di Luca l’auspicio è che queste modalità assunte per le decisioni pubbliche non diventi un modello per la Asl di Teramo. In questa maniera aumenterebbe la sfiducia del cittadino-utente e aumenterebbe sempre di più la mobilità passiva.