Pineto. Il Consiglio Comunale di Pineto, riunitosi ieri sera in seconda convocazione, ha discusso e approvato alcune delle 23 osservazioni che erano state presentate al Piano Agricolo, variante parziale al Prg, strumento che vincolerà l’82 per cento del territorio pinetese, circa il 30 chilometri quadrati su un totale di 37, interessando completamente la quinta collinare. Le osservazioni sono state prese in considerazione solo da 10 consiglieri dell’assise civica, 8 della maggioranza (Partito Democratico e Italia dei Valori) e 2 dell’opposizione (Rifondazione Comunista e Popolo della Libertà) in quanto tutti gli altri (ben 11) presentavano una situazione di incompatibilità e quindi impossibilitati ad esprimere un voto. L’approvazione del documento finale consentirà ora all’ufficio tecnico del Comune di Pineto, coordinato dall’ingegner Marcello D’Alberto, di procedere col passo successivo, l’invio degli atti alla Sezione Urbanistica Provinciale. “Con il nuovo Piano Agricolo”, ha spiegato il Sindaco Luciano Monticelli, “andremo a tutelare un ampio territorio della nostra città, impedendo di fatto qualsiasi forma di speculazione edilizia, dando una risposta concreta a chi ha solo pensato che questa amministrazione potesse favorire un intervento urbanistico in collina. Lo strumento consentirà inoltre il recupero di ben 53 case coloniche, tipiche abruzzesi. Il recupero tuttavia è vincolato a due aspetti: consentire l’attività agricola o sviluppare attività ricettive”. Il piano ad ogni modo dà la possibilità a chi volesse intraprendere l’attività di imprenditore agricolo di poter intervenire sul territorio, rispettando però determinati parametri. “Innanzitutto”, ha spiegato l’ingegner D’Alberto, “il nuovo aspirante imprenditore agricolo deve presentare un piano di sviluppo dell’attività che dovrà poi essere esaminato dagli organi competenti comunali e approvato, qualora avesse tutti i requisiti, in assise civica. Si tenga conto che per poter garantire reddito, un piano di sviluppo agricolo deve basarsi su una porzione di area su cui creare le attività (allevamenti, coltivazioni, strutture di servizio, abitazione) di almeno un ettaro. In caso contrario l’impresa andrebbe in perdita”.
Intanto, grazie alla ricognizione fatta sul territorio durante l’elaborazione del Piano Agricolo, il Comune elaborerà un progetto di recupero di un antico borgo a piedi di Mutignano. Si tratta di Contrada Cavone, una trentina di case abbandonate che potrebbero essere ristrutturate per creare un’attività turistica come quella dell’albergo diffuso, oppure attività di artigianato di qualità.