Teramo. Il socio privato della Teramo Ambiente come Arsenio Lupin: quest’ultimo cambiava continuamente connotati e travestimento, quello “nostrano”, invece, non fa altro che cambiare ragione sociale. Perché? E’ quanto si chiede Alberto Di Croce, consigliere comunale dell’IdV Teramo, secondo il quale “gli Enti locali, di destra e di sinistra, hanno intrapreso con serena incoscienza l’opera di demolizione delle proprie prerogative. E in particolare, hanno abbandonato il governo del territorio, affidando a costruttori, appaltatori e proprietari di terreni edificabili, il compito di dettare l’agenda dei provvedimenti legislativi e amministrativi in gran parte delle Regioni e dei Comuni italiani, permettendo di fatto il saccheggio dei beni di tutti i cittadini. Per i rifiuti è la stessa cosa”.
Di Croce spiega, infatti, che mentre prima i Comuni avevano il compito di raccogliere e differenziare l’immondizia per recuperarla e smaltirla, da qualche tempo hanno rinunciato alla gestione diretta per affidarla a società partecipate, “alcune delle quali si sono comportate peggio di Attila, saccheggiando e devastando il territorio. Oggi in pochi traggono enormi profitti con enormi danni ambientali che vengono pagati da tutti e per rimediare ai quali ci vorranno anni e anni di costose bonifiche”.
Secondo il consigliere dipietrista, “il nostro territorio provinciale è stato un tipico esempio di mala gestione pubblica. Si è a lungo e giustamente parlato di Cirsu, ma la Team fa forse meglio? In quattro anni, la tariffa sui rifiuti è raddoppiata per tutti i teramani, ma la politica dei rifiuti è ancora nelle decisioni di pochi. Sarà ora di cambiare strada e di rendere trasparenti tutti i comportamenti politici ed amministrativi, perché l’ambiente è di tutti, è un bene comune che non appartiene né ad un sindaco pro-tempore né ad una molto chiacchierata società di cui i cittadini hanno il diritto di sapere tutto”.