“Siamo contrari al termovalizzatore” ha spiegato Sacco “perché si tratta di un insediamento costoso, in termini economici ma anche relativamente al prezzo che pagherebbe l’ambiente e la salute umana. Chiediamo che la Giunta si esprima sulla sua volontà rispetto a questa importante tematica e invitiamo Catarra a dire qual è l’orientamento dell’amministrazione. Non si può continuare con questo silenzio assordante da parte della Provincia”.
L’IdV, tuttavia, non si limita a dire “no” al termo valorizzare, ma si pone in maniera propositiva, lanciando quello che è stato definito il circolo virtuoso delle 5R: Riduzione, Recupero, Riciclo, Riutilizzo e Ricerca.
“Riduzione degli imballaggi” spiega Mercante “recupero del rifiuto, con l’innalzamento delle soglie minime all’80%, attraverso la promozione nelle scuole ed il principio secondo cui chi meno rifiuti produce, meno paga. E poi ancora, orientare gli investimenti sulla realizzazione non di un termovalorizzatore, ma di un centro di riciclo a freddo, meno oneroso per le casse pubbliche e più produttivo, visto che consente un riciclo dei rifiuti fino al 90%, riducendo drasticamente il conferimento in discarica. Un procedimento che, relativamente al quarto punto, quello del riutilizzo, consente anche di riutilizzare le materie prime, trasformando il rifiuto in risorsa e consentendo il reimpiego dei materiali nel ciclo produttivo. Infine, la ricerca, da attuare con l’istituzione di una commissione di esperti (non politica) in grado di studiare e individuare quelle tipologie di materiali non riciclabili, per consentire alla politica la loro messa al bando attraverso disincentivi per le aziende che ne fanno uso”.
Insomma, l’Abruzzo ha bisogno di alternative valide da contrapporre alla “preistoria dei cancerogeni termovalorizzatori”. E una cosa è certa: “L’impegno dell’IdV non finisce qui. Andremo avanti in tutte le sedi istituzionali”.