Provincia Teramo propone piano occupazionale anti crisi

Valter_CatarraTeramo. Un piano occupazionale anti-crisi con i soldi del Fondo sociale europeo da “licenziare” insieme alle parti sociali nelle prossime settimane e da gestire con una “logica e con tempi completamente diversi rispetto al passato” .  Ci sono da spendere “subito” 2 milioni e mezzo di euro e da programmare quelli che arriveranno “presto” dalle risorse 2009-2011 (circa 135 milioni per tutto l’Abruzzo).

Questa la proposta avanzata questa mattina dal presidente della Provincia di Teramo, Valter Catarra, alle associazioni imprenditoriali e ai sindacati nel corso di un riunione di lavoro che si è protratta fino al pomeriggio e che ha visto la partecipazione dell’assessore provinciale al Lavoro, Eva Guardiani –  supportata dall’amministratore di Teramo Lavoro, Venanzio Cretarola – e da quello alle Attività Produttive, Ezio Vannucci.

Vogliamo spendere questo denaro in maniera sensata, per sostenere davvero l’occupazione e promuoverne di nuova mentre continuiamo a dare il necessario supporto alle aziende in stato di crisi al tavolo delle vertenze” ha annunciato in proposito il presidente. “Qui abbiamo bisogno della collaborazione delle parti sociali: devono essere le imprese e i sindacati a dirci di cosa hanno bisogno e in quali interventi investire. Sia i soldi della formazione che quelli per il sostegno all’occupazione dovranno essere resi disponibili con modalità nuove, a sportello e quindi in tempo molto brevi, in maniera da poterli utilizzare quando servono e dove servono. La Provincia non può creare nuovi posti di lavoro, questo lo fanno gli imprenditori: noi però possiamo sostenerli sia nei processi di riconversione sia in quelli di innovazione”.

Insieme alle associazioni intervenute questa mattina (Confindustria, Ance, Cna, Api, Legacoop, Confartigianato, Casartigiani, Confcooperative) è già stato fissato un calendario di appuntamenti per affrontare  la materia nei tavoli tecnici.

La Provincia di Teramo, fra le prime in Italia, si appresta quindi a dare seguito al Protocollo d’Intesa sottoscritto lo scorso luglio dall’Unione delle Province Italiane e dal Ministero del Lavoro: un pacchetto di interventi che ha l’obiettivo di contrastare gli effetti della crisi economica favorendo lo sviluppo e stimolando l’occupazione attraverso azioni specifiche rivolte alle imprese, ai disoccupati e ai lavoratori.

Incentivi all’occupazione e formazione dovrebbero essere messi al servizio dei vari fronti di crisi, calati nelle realtà aziendali, utilizzati  dalle imprese in un momento immediatamente successivo a quello nel quale ne fanno richiesta.

Il confronto con le parti sociali si è esteso ad altri tipi di problematiche. Imprese e sindacati concordano, infatti, nel ritenere prioritario l’intervento della Provincia verso il sistema creditizio (chiedendo prestiti partecipati a sostegno dei processi di riorganizzazione aziendale con la garanzia delle istituzioni); nei confronti di tutto il sistema della Pubblica amministrazione che non paga nei termini e, spesso, sostengono le associazioni “è la prima responsabile delle difficoltà finanziarie delle aziende”; negli appalti pubblici dove, sottolineano le parti sociali, si accumulano ritardi “inaccettabili” nei procedimenti autorizzativi e in quelli “progettuali”.

Proprio su questi ultimi punti, che attengono a innovazioni di processo e di sistema nella gestione dei settori tecnici degli enti locali come della stessa Provincia, è possibile intervenire, secondo Catarra, utilizzando “le risorse del Fondo sociale europeo per fare formazione ai dipendenti pubblici e per realizzare quelll’Ufficio Tecnico di supporto ai Comuni che ho previsto nel mio programma di mandato”.

Altro aspetto sul quale si è registrato un forte impegno della Provincia è quello di arrivare ad una gestione integrata e coordinata delle risorse regionali, nazionali ed europee. “Se siamo in grado di mettere in fila e di proporre tutte le azioni finanziabili” ha sottolineato Cretarola, “allora il nostro territorio diventerà più appetibile per chi vuole investire e anche per quelle aziende, in un’ottica di riduzione di costi, pensano a delocalizzare la produzione”.

Pezzo fondamentale di questo “nuovo approccio” i Centri per l’impiego che saranno ulteriormente  “qualificati” e la “gestione integrata di tutti i settori  provinciali che si occupano di economia, lavoro e attività produttive con procedure coordinate”.

Per quanto riguarda il contesto più generale, i sindacati – presenti i segretari provinciali della CGIL, Cisl, Uil, Cisal – hanno ribadito l’urgenza di trovare finanziamenti per il protocollo Vibrata-Tronto e per aprire una “vertenza Teramo e una vertenza Abruzzo”. Ci sono i dati e gli indicatori, hanno detto, che giustificano un “forte intervento del Governo a sostegno della ripresa di questa regione”.

 

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