Tortoreto. La fiducia non può alimentarsi di proclami e intenzioni, ma di fatti ed azioni concrete: non della mia persona ma del nostro paese”.
Alessandra Richi, sindaco di Tortoreto, non indietreggia dalla sue posizioni. Resta aperta al dialogo con il gruppo dei sei, ai quali ricorda non ha mai negato nessun incontro: “ho parlato con la delegazione che per scelta” dice, ” dello stesso gruppo li rappresenta tutti, Lilli Piacentini e Federico Di Lorenzo, ma le sedie a disposizione erano sei e non due”.
E’ palese che il confronto tra le due anime che si sono create in seno al gruppo di maggioranza è molto complicato, complesso. Di non facile soluzione. Anche perchè di politica, allo stato attuale sembra esserci poco.
“Sedie rimaste vuote come vuote da diversi mesi erano le sedute di ogni tipologia di riunione di maggioranza indette”, scrive la Righi. “Incontri tematici, soprattutto su argomenti di imminente scadenza; riunioni politiche, come quella convocata i primi di Marzo. Inviti a sentirci singolarmente, negando persino riscontri a mail, sms e via telefono. Il tutto terminato con due consigli comunali disertati, altrettante giunte in pari data e riunione di maggioranza su bilancio nello stesso giorno. Un silenzio prolungato e preordinato, culminato in un atto di ammutinamento consiliare le cui ragioni sostanziali e politiche programmatiche non mi sono state ancora rese note. Mesi di pretesti, impegni vaghi e ripetuti, laddove almeno si è ritenuto di giustificarsi, terminati in una azione poco gratificante per la maggioranza tutta. Non la meritavo io e neppure la città che rappresento. Forse sarebbe stato meglio dialogare prima, a tempo debito e nelle sedi opportune: la casa comunale. Non sono le due revoche a dover essere prese in esame, quanto le dinamiche comportamentali e l’agire amministrativo che hanno preceduto il disertato consiglio, causa dell’effetto sul quale oggi si vuole ricondurre e limitare superficialmente l’attenzione”.
Mostra determinazione la Richi, anche in relazione al fatto che il proseguimento della sua avventura amministrativa dipende dai numeri, che allo stato attuale sono tutti da trovare.
“Il Sindaco vive e si divide”, dice ancora, “salvo impegni fuori comune, nei locali dell’ente, sempre disponibile e deputato per ruolo a condividere indirizzi ed obiettivi con i propri consiglieri ed assessori, verificando lo stato di attuazione dei compiti assegnati. Nella fiducia reciprocamente riposta.
Fiducia che a seguito di quanto accaduto non può alimentarsi di proclami e intenzioni, ma di fatti ed azioni concrete per il bene non della mia persona ma del nostro paese. Ci si dichiara costruttivi dopo 30 giorni di completo assenteismo, dopo un incontro nel quale ancora volta una parte del gruppo si è sottratta, di fronte ad un paese che però non si ferma e continua a camminare, con le sue innumerevoli esigenze, difficoltà quotidiane da superare, bilancio da approvare, imminente stagione estiva e scadenze che delle beghe personalistiche e dei proclami se ne fa ben poco. Cosa accadrebbe se anche io facessi come loro? Avrebbe comunque la mia volontà costruttiva? Nel rispetto dei miei concittadini”.