Teramo. Enrico Mazzarelli, capogruppo della Lista Civica Al Centro per Catarra in Consiglio Provinciale, difende il “modello Teramo” dopo le dichiarazioni rilasciate dal consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini, secondo cui “non avrebbe portato nulla di buono in provincia di Teramo sotto il profilo economico, sociale ed occupazionale, dimostrandosi solo fumo e niente arrosto”. “Da teramano” replica Mazzarelli “ancor prima che da assessore della giunta Chiodi al Comune di Teramo, viene spontanea una serie di domande”.
Il consigliere provinciale elenca, dunque, una serie di opere e iniziative, come l’approvazione definitiva del Piano Regolatore Generale, dopo oltre 30 anni, la realizzazione del nuovo stadio e della relativa viabilità a Piano d’Accio, la realizzazione del parcheggio sotterraneo a Piazza Dante, il rilancio del ruolo di Teramo quale città capoluogo nel panorama regionale e nazionale delle attività culturali, l’approvazione e la successiva pubblicazione dei criteri per gli accordi urbanistici pubblico/privato, che consentono a tutti i cittadini di Teramo di sapere prima cosa potrà essere approvato e cosa no, la scelta di adottare, per primi in Abruzzo, il metodo della pianificazione strategica, dopo 5 anni seguita da tantissime comunità abruzzesi.
“Tutto questo è fumo?” chiede Mazzarelli. “E se fosse davvero fumo” aggiunge “come mai il Comune di Giulianova non è ancora riuscito a completare l’iter del suo PRG? Come mai non ha pensato di determinare e far sapere ai cittadini quali sono i criteri validi per tutti per la proposizione di accordi pubblico/privato? Come mai ha intrapreso, dopo tre anni, assieme al Comune di Roseto, la medesima strada della pianificazione strategica? O forse il consigliere Ruffini è tra quelli che pensano che il PRG fu iniziato da altri e, quindi, il merito della approvazione definitiva possa essere di chi l’ha pensato e non di chi l’ha realizzato? E che magari il merito della realizzazione del buono stadio è di chi pensò alla procedura di project financing e non di chi quella procedura riuscì, tra le prime città italiane, a portare a termine? Se è vero tutto questo e molto altro ancora, il modello Teramo è tutt’altro che fumo”.
Mazzarelli lo definisce “lavoro, passione, sacrificio, emozione. Quell’emozione che ha permesso a Maurizio Brucchi di diventare sindaco di Teramo e a Walter Catarra presidente della Provincia. Quanto poi alle ombre di malaffare, sono certo che al consigliere Ruffini non sia sfuggito come l’Abruzzo abbia assistito più spesso alla spettacolarizzazione dell’attività degli organi inquirenti che alla pronuncia di sentenze dibattimentali che ne fornissero conferma; una riflessione seria e lontana da fervori giustizialisti e da speculazioni politiche non può che invocare la celebrazione dei processi, auspicandone la rapida celebrazione”.