Atri, punto nascita, Mercante: i numeri per riaprirlo ci sono

Atri. Necessario chiarire al più presto quali siano le vere intenzioni di questo governo regionale sul punto nascita di Atri”.

 

 

 

 

 

Questo l’obiettivo dell’interpellanza presentata in questi giorni dal Consigliere regionale del M5S, Riccardo Mercante.

“Sono mesi – ha spiegato Mercante – che assistiamo a continui mutamenti di rotta da parte del Presidente D’Alfonso sul punto nascita di Atri. Dapprima, infatti, nella sua veste di commissario ad acta, ha proceduto, con la scusa di dover ottemperare alle prescrizioni dell’Accordo Stato Regioni del 2010, alla chiusura di quattro punti nascita abruzzesi, tra cui quello di Atri. Una scelta discutibile visto che quello del San Liberatore figura, nel rapporto dell’Agenas del 17 novembre scorso sulla qualità dei servizi, tra i punti nascita che rispettano perfettamente gli standard previsti dalla legge. Ed oltretutto una decisione presa d’imperio senza tenere affatto in considerazione gli indirizzi del Consiglio regionale che in tutto questo tempo, più volte, si è pronunciato a favore del mantenimento in vita dei quattro punti nascita. Dopo di che, il 5 dicembre scorso, D’Alfonso ha inviato quattro lettere, redatte in ciclostile, al Ministro Lorenzin per chiedere una nuova valutazione in merito.

 

 

 

 

Un comportamento incoerente ed incomprensibile – ha proseguito Mercante – visto che, in base alle possibilità offerte dai più recenti decreti ministeriali ed alle caratteristiche del punto nascita di Atri, la decisione di chiusura è semplicemente frutto di una mera scelta politica. Credo che D’Alfonso debba chiarire definitivamente quali sono i suoi propositi e, se è vero come ha scritto nella sua missiva che ha a cuore le sorti del punto nascita di Atri, ci dica cosa ne è stato delle sue richieste e cosa intende fare per garantire la riapertura della struttura.

 

 

 

 

I numeri per salvare il punto nascita di Atri – ha concluso Mercante – ci sono tutti. Facciamo in modo questa volta che la riorganizzazione della rete ospedaliera non si traduca nel solito taglio di servizi al territorio ed assistenza ai cittadini”.

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