Mosciano Sant’Angelo. “Alternativa per Mosciano” chiede l’intervento della Procura della Repubblica di Teramo. Oggetto della richiesta i presunti vizi di legittimità del Piano di Recupero e Riqualificazione Urbana approvato dal Comune nel 2005 e mai preceduto, secondo la formazione civica, da una delibera di perimetrazione necessaria per individuare le zone da inserire nel Piano stesso.
“Dopo aver pubblicato questa perimetrazione” spiega meglio il movimento, appoggiato dal partito di Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e dal Partito Comunista dei Lavoratori, “il Comune avrebbe dovuto individuare gli immobili da inserire nel Piano di Recupero – anche tramite sollecitazioni da parte dei cittadini – e solo allora il Piano poteva essere adottato e poi approvato”. La procedura, però, non sarebbe stata rispettata. Stando a quanto raccontato da “Alternativa per Mosciano”, pare che nel 2005 la Provincia di Teramo, competente in materia urbanistica, in un primo momento abbia rilevato questa mancanza,senza però effettuare successivamente i dovuti controlli a riguardo.
Per questo motivo, lo scorso maggio la formazione civica ha chiesto alla Sezione Urbanistica Provinciale di effettuare i controlli per la mancata perimetrazione, evidenziando, inoltre, che nel Piano di Recupero sarebbero state inserite aree non edificate, anche verdi, a fronte della legislazione che ha previsto questi piani per “per il recupero del patrimonio edilizio esistente in aree degradate individuate dal piano regolatore generale”.
Inoltre, si legge nella nota di “Alternativa per Mosciano”, “il Piano di Recupero è uno strumento urbanistico sostanzialmente attuativo delle scelte urbanistiche primarie contenute nel Piano Regolatore Generale e la legge (L. 457/1978) consente forme agevolate d’intervento nelle zone di recupero, ma non consente interventi in deroga allo strumento urbanistico generale”.
Il 29 dicembre 2009 la maggioranza consiliare ha adottato una variante parziale al piano di recupero e riqualificazione urbana per adeguamento funzionale di alcuni comparti, tra cui il comparto A1 per il quale, in contrasto con la legge, sarebbe stata prevista la possibilità di costruire un edificio a cui sono state concesse alcune modifiche rispetto a quanto già era stato concesso con il piano di recupero stesso. Il movimento elenca le modifiche prese in considerazione, quali l’altezza massima di 13,00 ml, la distanza del fabbricato di 5 ml dal confine con l’area esterna alla perimetrazione (a fronte dei 6,5 mt dell’altezza concessa) e la sagoma dell’edificio disegnata a confine con la nuova strada di previsione del PRRU, in contrasto con quanto prescritto dal Codice della Strada, dal relativo Regolamento di Esecuzione e dalla Normative Tecniche del PRG vigente.
“Inoltre” conclude “Alternativa per Mosciano”, “il Tar Abruzzo ha annullato il Piano di Recupero, per la parte che interessava il ricorrente, perché non rispettoso delle distanze tra fabbricati previste dal D.M. 1444/1968. E se tutto ciò non bastasse, il Comune ha deciso di ricorrere in appello contro la Sentenza del Tar, investendo tempo e risorse per un Piano che presenta numerosi presunti vizi di legittimità”.