Colonnella, vicenda Atr: serve un impegno per salvare l’azienda

atrColonnella.  “L’Atr sta morendo insieme ai suoi operai mentre le istituzioni sono assenti.” E’ questa la dura accusa che lancia il consigliere regionale Claudio Ruffini alle istituzioni regionali e provinciali dopo la notizia della nascita di un’azienda concorrente a pochi chilometri da Colonnella, aspetto che segue da vicina la vicenda  del bando di vendita andato deserto a dimostrazione, secondo Ruffini, dello scarso ruolo che ha giocato la politica nella vicenda Atr.

“La mancanza di offerte al bando ha come unici responsabili le istituzioni provinciali e regionali assenti completamente” dice il consigliere regionale “l’unico segnale della loro presenza è venuto dall’interessamento per la tutela degli operai sotto il profilo degli ammortizzatori sociali, dimenticando però l’indispensabile ruolo guida e di indirizzo affinché l’azienda potesse risorgere attraverso l’interesse di nuovi imprenditori.” La politica, secondo l’esponente dei Democratici, potrebbe essere nella condizione di salvare l’azienda vibratiana. “L’Atr è un’azienda altamente qualificata da punto di vista tecnologico ed opera in un settore come quello del carbonio che ha ancora mercato in Italia. Inoltre a rafforzare la sua specificità c’è la legge regionale n.28/2003, che al fine di valorizzare la produzione e la lavorazione del carbonio istituisce  il “Polo per la lavorazione industriale del carbonio”, all’interno del Distretto industriale Vibrata-Tordino-Vomano, spiega Ruffini. Il consigliere regionale ricorda anche il protocollo d’intesa Vibrata-Tronto tra Marche e Abruzzo che mette al centro il rilancio economico e produttivo delle aziende in crisi al confine tra le due regioni. Che fine ha fatto quell’intesa? Insomma c’erano e ci sono ancora gli strumenti di cui la politica poteva e può utilizzare per evitare il rischio chiusura di una delle aziende maggiori delle provincia di Teramo. “Invito il Presidente della Regione ad attivarsi subito per salvare l’Atr. Chiodi deve convocare un tavolo con istituzioni locali, rappresentanza sindacali e datoriali per fare il punto della situazione sul destino dell’azienda. Solo così, si può rilanciare l’attenzione sull’azienda e ridare fiducia ed interesse ad eventuali acquirenti”.

 

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