“I corsi d’acqua in Italia” si legge in una nota congiunta, “ hanno un custode che si chiama Provincia e i bacini idrografici nei quali scorrono fiumi e torrenti hanno un governatore che si chiama Regione. Nel caso del torrente Vibrata, l’acqua tocca tredici comuni abruzzesi e un comune marchigiano. Ciò significa che oltre alle province di Teramo e Ascoli Piceno, il torrente è custodito, purtroppo solo sulla carta da tredici vigili urbani, tredici sindaci, tredici assessori alla tutela ambientale locale, due presidenti di Provincia, due assessori provinciali all’ambiente, due presidenti di Regione, due assessori regionali all’ambiente, due comandanti provinciali dei Vigili Ecologici, due autorità regionali di bacino idrografico e due Geni Civili che in totale fanno 53 autorità. Il torrente Vibrata dovrebbe essere un corso d’acqua pulitissimo, da poter bere a tavola! Invece è una cloaca a cielo aperto da sempre, solo che a Ferragosto 2010 è stata oltrepassata ogni misura, in modo tale da far emergere la non volontà politica e istituzionale di vigilare sugli inquinatori”. Oltre alle questioni, che da anni, investono lo stato di salute (decisamente cagionevole) del Vibrata, si innestano anche altre problematiche, come la questione del depuratore consortile di Villa Rosa, che in prossimità di Ferragosto ha accusato dei problemi, che ora sono al vaglio della magistratura. “Il personale tecnico del Ruzzo che gestisce il depuratore” si legge ancora, “ aveva l’obbligo di avvisare con assoluta urgenza i sindaci di Martinsicuro e Alba della disfunzione dell’impianto di depurazione. L’hanno fatto? E se l’hanno fatto, perché i sindaci hanno atteso giorni prima di apporre il divieto di balneazione?”. Nella nota, inoltre, si chiede ai sindaci di bonificare una serie di siti contaminati (le ceneri dell’ex inceneritore di Alba Adriatica, ancora non rimosse) e del fatto che la prevenzione non è stata fatta, come dimostrerebbe la scoperta di alcuni scarichi abusivi “ La Provincia”, aggiungono Viola e Foglia, “ dovrebbe spiegare perché la sua polizia è stata impegnata a controllare gli automobilisti sulle strade anziché controllare gli inquinatori”. La lunga nota poi pone una stilettata politica alla luce di quanto accaduto: “ gli assessori comunali all’ambiente dovrebbero avere l’umiltà di riconsegnare le rispettive deleghe ai sindaci”.