Roseto, il Muro di Bambole per mantenere alta l’attenzione sulla violenza contro le donne

Roseto. Proprio come Milano anche Roseto ha il suo Muro di Bambole. L’installazione è stata voluta dalla candidata sindaco di #amoroseto Rosaria Ciancaione ed è stata presentata al convegno “Voci di Donne” promosso in occasione dell’8  Marzo a Villa Paris.

“Attraverso questo Muro di Bambole vogliamo sensibilizzare sul femminicidio e la violenza contro le donne. Lo scopo è quello di  stimolare” – ha detto Rosaria Ciancaione nel suo intervento –“ un confronto e una riflessione sulla violenza e sui cambiamenti culturali necessari per sconfiggerla e indurre i cittadini a fermarsi, a non dimenticare e a mantenere alta l’attenzione”.

“Le donne vanno festeggiate ogni giorno dell’anno ma oggi che è l’8 marzo” – ha detto Maria Antonietta Spadorcia giornalista del tg2 che ha moderato il convegno- “ abbiamo voluto mettere insieme tante “Voci di Donne” per lanciare un messaggio forte perché in Italia negli ultimi dieci anni sono state uccise 1700 donne, una ogni due giorni”.

Significative ed intense le testimonianze che si sono succedute nel corso del convegno a cui ha partecipato un pubblico numeroso e attento.

Il Vice Questore di Teramo Patrizia Carosi ha raccontato di come l’ingresso delle donne nella Polizia di Stato ha fatto al differenza: “Nella maggior parte dei casi una donna vittima di violenza è molto probabile che si trovi un poliziotto davanti dopo aver subito il fatto e parlare con una donna  in divisa è più rassicurante”.

Claudia Di Nicola presidente onoraria dell’associazione italiana donne medico ha illustrato le conseguenze della violenza sulla salute della donna che spesso sfocia in ansia, disturbi alimentari, depressione e anche al suicidio: “ Secondo uno studio francese su 7000 donne “- ha detto Di Nicola-“ il rischio di suicidio aumenta di 19 volte nei mesi successivi ad una aggressione fisica e di 26 volte in seguito a violenza sessuale”.

Simona Antonini dell’associazione On the road si è soffermata sul lavoro dei centri antiviolenza  della provincia di Teramo: “Ancora oggi molte donne non denunciano e un occhio nero viene scambiato per una brutta caduta dalle scale. Però noi operatori  siamo chiamati a saper riconoscerla anche dai segnali più insignificanti”.

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