“Ovviamente si tratta di una lettura dei fatti assolutamente lontana non tanto dal vero, ma perfino dal verosimile” risponde Di Sabatino, “così fuorviante da destare imbarazzo perfino in chi la legge. I conti del Comune di Teramo vengono prodotti con il crisma della trasparenza: il bilancio, infatti, viene pubblicato anche sul sito internet dell’ente. L’amministrazione comunale è ben consapevole, ovviamente, dell’esistenza dello swap e sa che non c’è alcun intento speculativo nelle operazioni ad esso riconducibili. Tutto ciò non lo sostiene l’amministrazione comunale stessa, ma lo si desume dalla relazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), i cui esperti ritengo possano essere considerati più autorevoli dell’apprendista professore Marco Di Giovanni. L’ispezione del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 2008, analizzando l’operazione, ha reso merito alla stessa, trovandola rispettosa della normativa e rilevando la totale assenza di intenti speculativi (nessun versamento di up front) nonché dei rischi sottesi, scaturenti da indici assolutamente non valutabili”.
Stando a quanto precisato dall’assessore, attualmente, dopo i disastri intervenuti in diversi enti a seguito della sottoscrizione di contratti altamente rischiosi, l’unica struttura possibile sarebbe quella del “plain vanilla”, proprio la tipologia sottoscritta dal Comune di Teramo nel 2006. “E’ comunque evidente” aggiunge Di Sabatino “che qualunque amministrazione ponga in essere operazioni finanziarie, abbia in obbligo di monitorare continuamente il debito, ma questo rientra nell’alveo della normalità. Vorrei pertanto rassicurare Di Giovanni, ma soprattutto i cittadini: non c’è alcun rischio fallimento per il Comune di Teramo, ma una necessità di monitoraggio del derivato, la quale peraltro viene costantemente espletata dal Servizio Finanziario dell’ente; rispedisco al mittente qualunque sillogismo mefistofelico che vorrebbe maldestramente legare i costi di una operazione ritenuta dal MEF “non speculativa” ad un presunto incremento della pressione fiscale. Aggiungo una questione della quale, nel sua giovane e ancora inesperto entusiasmo politico, il nostro Di Giovanni è maldestramente incappato; mi riferisco al comunicato sui passi carrabili nel quale cita una sentenza della Corte di Cassazione ahimé non conferente, perché prende in considerazione la Tosap, quando il Comune di Teramo è in regime di Cosap. In relazione a detto aspetto, mi preme sottolineare come la meritoria azione posta in essere dal Comune, abbia consentito l’emersione di numerose situazioni di abusivismo, a dimostrazione della bontà dell’iniziativa “passi carrabili”, che costituiscono un privilegio per il quale, consapevolmente, si è richiesta, ai legittimi fruitori, una contenuta contribuzione”.