I gruppi consiliari del Pd e di Teramo cambia tornano a chiedere all’amministrazione di fare chiarezza sui debiti che il Comune avrebbe nei confronti della Teramo Ambiente. Come risultava dall’ultimo rendiconto approvato, infatti, la società vanterebbe circa 5 milioni e 500 mila euro per una serie variegata di attività rispetto al quale il Comune contesta un importo di circa 1 milione e 500 mila euro.
“La mancata soluzione di questa esposizione debitoria strutturale”, scrive in una nota il capogruppo del Pd Gianguido D’Alberto, “a cui si aggiunge, aggravandola, la scarsa chiarezza nei rapporti correnti, è assolutamente inaccettabile perché da un lato mette a serio repentaglio la già allarmante condizione del bilancio comunale e, dall’altro, destabilizza il funzionamento della più importante partecipata del Comune proprio nel momento in cui si sta decidendo il futuro della società e soprattutto quello dei lavoratori, che negli ultimi mesi hanno rischiato anche di non percepire gli stipendi. Un futuro che, nelle more di una gara che continua colpevolmente ad essere ritardata, è reso sempre più precario dalle conseguenze delle scelte scellerate sulla gestione della società compiute o avallate in questi anni dal sindaco autodelegato Brucchi e dagli amministratori e dirigenti da lui nominati o di sua fiducia”.
Per il Pd, dunque, è necessario dare indicazioni chiare e soprattutto dire tutta la verità “sul se, sul come e sul quando si pensa di chiudere una volta per tutte questa assurda vicenda che rischia di esplodere e i cui effetti finiscono indirettamente e ingiustamente per ricadere sui cittadini teramani”.
D’Alberto, infine, invita il primo cittadino a smetterla di usare il “deprimente giochino delle tre carte” nel piano economico finanziario della Tari, “in cui si è stralciata e congelata la quota di circa un milione e 300 mila euro di debiti del Comune, che comunque ricadrà già dal prossimo anno sui cittadini, nel goffo tentativo di dare l’illusoria impressione che l’esagerato costo del servizio di gestione dei rifiuti fosse stato ridotto e al solo fine di superare una fase, ormai cronica e irreversibile, in cui di fatto non è più sostenuto da una maggioranza politica”.