“Rivolgiamo l’ennesima domanda al presidente-sindaco, dal quale aspettiamo ancora la doverosa risposta” interviene, infatti, il politico. “Per quale motivo la titolarità del progetto della discarica non è stata rimessa nella mano pubblica, mentre il tutto è stato affidato alla Sogesa? Si tratta di un progetto, che quando sarà stato realizzato, svilupperà un valore di mercato di circa 60 milioni di euro; un valore che nel tempo potrebbe anche raddoppiare. Abbiamo già parlato dei rischi derivanti dalla formazione di un vero e proprio monopolio delle discariche in Abruzzo, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.
A questa domanda Di Croce aggiunge poi il dubbio relativo alle reali ragioni che avrebbero spinto i Comuni a cedere la discarica a una società mista, quando la gestione e la proprietà poteva essere rimessa al Cirsu. “L’affidamento ad un soggetto pubblico porterebbe vantaggi anche economici per i Comuni consorziati” spiega meglio Alberto Di Croce, “con la possibilità di migliorare i servizi resi ai cittadini e lo svincolo dal mercato delle tariffe pagate dai cittadini. Senza un adeguato controllo pubblico, il rischio è anche quello di conseguenze sul sistema occupazionale legato alla gestione dei rifiuti”.