Discarica Grasciano: tutti contro Sogesa e Di Zio

discaricaNotaresco. Non si placano le polemiche per l’affidamento a Sogesa di Grasciano 2, la nuova discarica da mezzo milione di tonnellate che dovrebbe assicurare l’uscita della provincia di Teramo dall’emergenza rifiuti. A prendere posizione sono Sinistra Ecologia & Libertà, per bocca del suo segretario provinciale Tommaso Di Febo, e Alberto Di Croce per l’Italia dei Valori.


Di Febo chiede “un passo indietro” nell’assegnazione della discarica a Sogesa. Composto per il 51 per cento dallo stesso Cirsu e per il restante da Abruzzo Igiene Ambientale, al cui interno il socio forte è la Deco della famiglia Di Zio, il partner privato del consorzio dei rifiuti al momento ha la titolarità per la realizzazione della nuova discarica di Grasciano. “Con questa operazione che agli occhi dei cittadini sembra vantaggiosa e presentata con la garanzia della tariffa bloccata per i prossimi cinque anni – fa sapere Tommaso Di Febo – si attua invece un’operazione che da una parte serve per indebolire definitivamente il Cirsu, e dall’altra per avvantaggiare Sogesa, società mista con il privato che risponde al nome di Di Zio”. Di Febo, che si schiera anche con i lavoratori Sogesa per lo sciopero annunciato per giovedì prossimo, afferma che i rifiuti, come gli altri servizi essenziali, devono restare sotto il controllo pubblico, e che la titolarità della discarica torni in mano al Cirsu. “Invitiamo i sindaci a guardare oltre il loro mandato amministrativo, per impedire che un’operazione che vede Sogesa come attore principale e che sa tanto di speculazione”, conclude il segretario provinciale del partito. Il rischio è quello di far diventare il consorzio una semplice “scatola vuota”.
Sulla stessa linea Alberto Di Croce dell’Idv, che pone due domande. La prima, perchè le varie autorità pubbliche coinvolte nella vicenda, dal presidente della Provincia sino al governatore regionale e ai sindaci dei comuni soci, non si sono spesi per affidare al Cirsu la gestione pubblica del nuovo impianto. “Perchè – chiede Di Croce – non si sono voluti salvaguardare gli interessi generali ma si è solo messa una pezza allo sfasciume della gestione dei rifiuti nella nostra regione”. Infine la seconda domanda, molto velenosa: “Perchè a Teramo è avvenuta pressochè la stessa cosa, poiché sempre a Di Zio è stato affidato il bioessiccatore senza gara?”.

AC

 

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