Giulianova. 40 mila firme da raccogliere entro l’estate a sostegno del disegno di legge presentato in Regione dal Partito Democratico per l’applicazione di una norma regionale sul concetto di base espresso dall’Unione Europea che conferisce alle Regioni la totale competenza sulla gestione integrata del territorio in materiale di tutela ed eventualmente sfruttamento delle risorse.
Il Pd regionale è sceso in campo contro la petrolizzazione dell’Abruzzo e lo ha fatto con una conferenza stampa che si è tenuta al largo della costa teramana, tra Giulianova e Tortoreto, a circa 10 miglia in prossimità della piattaforma Agip “Eleonora” adibita all’estrazione del metano. L’iniziativa è stata organizzata dal coordinatore del Pd della provincia di Teramo Robert Verrocchio e ha visto la partecipazione dei consiglieri regionali Camillo D’Alessandro, Peppino Di Luca e Claudio Ruffini. Presenti anche l’onorevole Tommaso Ginoble e il Sindaco di Pineto Luciano Monticelli che rischia di ritrovarsi un paio di piattaforme per l’estrazione di idrocarburi a circa 5 miglia dalla costa pinetese.
Il segnale che è arrivato dal Pd abruzzese è stato forte: no alla deriva petrolifera che distruggerebbe un’intera regione e la sua economia, basata sul turismo e sulle bellezze del proprio territorio, fatto di spiagge stupende, di colline verdi, di una montagna straordinaria, il Gran Sasso. “La nostra proposta di legge”, ha spiegato il capogruppo del Pd alla Regione Camillo D’Alessandro, “è stata elaborata grazie al contributo di due giuristi di spessore che si rifanno ad una normativa dell’Ue. La gestione integrata del territorio è di competenza delle Regioni e quindi dei loro Governi. Impedisce in pratica al Governo centrale di decidere arbitrariamente sulle sorti dell’Abruzzo. Il governatore Gianni Chiodi ha adottato scelte che non stabiliscono alcun divieto contro la petrolizzazione. Non siamo il partito del “no” ma di certo siamo il partito della ragione, che riflette sui rischi incalcolabili in caso di un disastro dalle proporzioni simili a quello avvenuto in Luisiana, considerando la conformazione del mare Adriatico”.
Per D’Alessandro la proposta di legge del Pd, se passasse, consentirebbe ogni forma di resistenza dinanzi alla Corte Costituzionale a cui si è già rivolto il Governo di Roma per consentire le coltivazioni e le trivellazioni petrolifere da parte delle compagnie multinazionali, sia a terra (la provincia di Teramo è interessata per il 67 per cento rispetto al territorio regionale) . Insomma, l’Abruzzo che ha il 40 per cento delle aree vincolate dai parchi, che ha un’area marina protetta, quella del Cerrano, considerata una delle Regioni verdi d’Europa ma che rischia di assumere il colore nero del petrolio. “Bisogna creare un’alleanza con le altre Regioni verdi d’Europa”, ha sottolineato l’onorevole Tommaso Ginoble, “per tutelare il nostro territorio, risorsa importante per l’intera economia abruzzese. Le nostre battaglie riguarderanno anche il rischio inceneritori, la facilità di possibili condoni edilizio, la volontà di recintare le aree demaniali in concessione”.
Di Luca ha accusato il governatore Chiodi e l’assessore regionale Mauro Di Dalmazio per non aver fatto nulla per la valorizzazione del territorio, per aver azzerato negli ultimi 14 mesi gli investimenti nel settore della valorizzazione dell’Abruzzo. Per il consigliere Ruffini il governo regionale finora è stato alla finestra, lasciandosi trasportare dalle decisioni di Roma di trasformare l’Abruzzo in una groviera.
Robert Verrocchio è convinto che almeno 10 mila firme verranno raccolte in provincia di Teramo, le restanti 30 mila arriveranno da altri territori abruzzesi.
Lino Nazionale