Teramo. La questione precari non smette di creare forti malumori tra maggioranza e opposizione in Provincia di Teramo. A sostegno della sua tesi, questa mattina, il presidente Valter Catarra ha deciso di mostrare le carte, in base alle quali “è evidente che la ex giunta D’Agostino ha solo riempito di illusioni i lavoratori precari della Provincia”.
E lo ha fatto citando la legge del 27 dicembre 2006, la n.296, comma 558, nella quale è scritto chiaramente: “gli Enti possono procedere, nei limiti dei posti disponibili in organico, alla stabilizzazione del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativi, o che consegua tale requisito in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 29 settembre 2006 o che sia stato in servizio per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge”.
Nella documentazione si legge, inoltre, che “con la finanziaria del 2008 è stato disposto che occorreva essere in servizio al 1 gennaio 2008 e si poteva maturare il requisito dell’anzianità triennale entro il 28 settembre 2007. In Provincia di Teramo è stato attivato l’articolo 1, comma 560, della legge 296/2006 che prevedeva la riserva di almeno il 60% dei posti messi a concorso per l’avviamento di posti di lavoro a tempo determinato in favore di lavoratori con contratti Co.Co.Co. L’articolo 3, comma 94, si applica ai Co.Co.Co. con contratti in essere al 1 gennaio 2008 e con attività lavorativa triennale, anche non continuativa, nel quinquennio antecedente al 28 settembre 2007, presso la stessa amministrazione (esclusi quelli presso strutture speciali)”.
“Più volte ho cercato di dire queste cose in Consiglio Provinciale” ha detto Catarra “ma me lo hanno sempre impedito. Qualcuno si è portato la claque che ha invaso l’aula. Prima non sono intervenuto, ma ieri in Commissione di Vigilanza ho voluto ribadire la realtà dei fatti e ripercorrere la strada che ci ha portato alla situazione attuale”.
E la realtà dei fatti è che “i lavoratori con contratti a termine sono stati illusi, perché il percorso di stabilizzazione non si basava su fatti giuridico-economici fondati”. La norma, infatti, specifica tutta una serie di requisiti utili per la stabilizzazione e “nessun precario ne era in possesso in quel momento”.
Nella delibera provinciale 186 del 2009, inoltre, “la stessa amministrazione poneva dei dubbi sull’esistenza di tali requisiti”, ma era stata comunque approvata, “a tre giorni dalle elezioni, con la promessa di stabilizzazione di 24 lavoratori con contratti part time a 16 ore a tempo indeterminato entro il 2010 e 17 entro il 2011. Peccato che sulla stessa delibera manchi la firma del responsabile finanziario. Il Piano occupazionale, inoltre, è stato portato fuori dal bilancio provinciale e necessitava della certificazione del Revisore dei Conti. Inutile dire che manca anche questa”.
Catarra, dunque, rispedisce al mittente le accuse che gli sono state rivolte in questi ultimi tempi.
“Ci hanno dipinto come quelli che non hanno a cuore il destino delle famiglie, ma le illusioni le hanno create loro, forzando illegittimamente le carte, in piena campagna elettorale”.
Il presidente accusa, dunque, con forza la ex amministrazione provinciale, rea di aver strumentalizzato l’intera vicenda. Addirittura, i precari non avrebbero maturato i requisiti nemmeno dopo i famosi 36 mesi di contratto. E a questo proposito, Catarra si chiede: “Perché non hanno fatto loro direttamente un contratto di 36 mesi? Di che cosa stiamo parlando?”.
Oggi, intanto, 61 di quei contratti sono scaduti, 16 scadranno a settembre e 88 entro dicembre.
E la società in house è entrata in piena attività. “I servizi restano garantiti” assicura Catarra “ed entro la prima settimana di luglio partiranno le prime assunzioni”. Si sta lavorando poi alla redazione dei disciplinari, che diranno quali servizi saranno gestiti appunto dalla società, le ore ed il personale necessario.
“Successivamente” conclude il presidente “bandiremo i concorsi ai quali potranno partecipare gli stessi precari, ma chi verrà assunto nella società in house sa benissimo che non manterrà il lavoro a vita, a meno che non vi acceda tramite bando pubblico”.
Le reazioni. Subito arriva la replica dell’ex presidente della Provincia, Ernino D’Agostino, attuale capogruppo dell’opposizione.
“Il Presidente della Provincia prova inutilmente a coprire, con una montagna di menzogne, il disastro che rischia di abbattersi sulla gestione di servizi essenziali.
E’ assolutamente falso che fosse illegittimo il percorso di stabilizzazione avviato dalla precedente Giunta e bloccato dal Centrodestra. Il percorso, concordato con le rappresentanze sindacali, prevedeva la stabilizzazione nel corso di un triennio di 41 lavoratori, che avrebbero maturato in tale arco di tempo i requisiti previsti dalla legge : l’interpretazione restrittiva delle norme data da Catarra è sbagliata. E’ assolutamente falso che il piano occupazionale non avesse copertura finanziaria: fino al 2014 la copertura era garantita dai fondi POR e per gli anni successivi erano considerati i margini derivanti dal pensionamento di dipendenti dell’Ente.
La verità è che il Centrodestra ha deliberatamente scelto di bloccare il processo di stabilizzazione ed ha imboccato la via, sbagliata ed economicamente non conveniente per l’Ente, della costituzione della società strumentale e della esternalizzazione dei servizi.
In queste ore rischia di consumarsi un autentico disastro.
Nella riunione di ieri della Commissione consiliare di Vigilanza, gli amministratori non sono stati in grado di indicare con chiarezza una data per l’affidamento dei servizi alla società Teramo Lavoro e non sono stati nemmeno in grado di chiarire quante e quali assunzioni saranno effettuate con le previste selezioni pubbliche e quali saranno le tipologie e le condizioni contrattuali.
Sarebbe addirittura comico (se non fosse al tempo stesso drammatico) il tentativo di scaricare la responsabilità delle scelte sui Dirigenti dei Settori interessati, quando è del tutto evidente che spetta alla Giunta fissare gli indirizzi ed assumersi la responsabilità politica di decisioni destinate ad avere pesanti conseguenze sull’assetto organizzativo dell’Ente e sulla qualità dei servizi erogati ai cittadini.
Il Gruppo consiliare del PD assumerà nelle prossime ore, d’intesa con gli altri Gruppi del Centrosinistra, tutte le iniziative volte a fare chiarezza sui fatti e sulle responsabilità ed a tutelare il futuro di servizi essenziali per la collettività teramana”.
Marina Serra