Teramo. Il Partito Democratico di Teramo contesta il decreto del sindaco Maurizio Brucchi sull’improcedibilità del referendum per il vecchio stadio. L’unione comunale dichiara, infatti, che si tratta di una scelta dettata, nella sua opinione, più da motivazione politica che non giuridica.
“Se solo si fosse voluto” commenta in proposito il gruppo consiliare, “le strade per non inficiare la validità della raccolta delle firme, peraltro accertata dagli uffici comunali, si sarebbero trovate, ma l’emissione del decreto di diniego per il referendum rischia di precludere la discussione in sede consiliare sul tema, evitando in questa maniera un momento di ascolto e confronto con l’opposizione”.
Il Pd teramano richiama uno degli slogan più utilizzati dal primo cittadino, che in più di un’occasione si è definito il “sindaco di tutti”. “Chi vuole esserlo (e deve esserlo)” sottolinea, infatti, “dovrebbe essere il primo a indicare l’apertura alla partecipazione, attraverso la deliberazione di un regolamento condiviso e inclusivo rispetto alla volontà chiaramente espressa di 5000 cittadini teramani, come strada per il governo della nostra città. Brucchi ha perso ancora una volta l’occasione per ascoltare e confrontarsi con i suoi cittadini confermando la subalternità alle soluzioni dell’imprenditoria privata, la vera protagonista del futuro urbanistico di Teramo, a discapito della politica e degli eletti dal popolo. D’altronde questa è la destra”.