Aprire una seria riflessione intorno all’attuale gestione della Ruzzo Reti, il cui piano industriale non convince per niente, per riportare l’azienda ad avere quelle peculiarità tipiche di un ente pubblico. La federazione provinciale teramana del Partito comunista esprime tutta la sua contrarietà al programma di rincari tariffari adottati dalla società acquedottistica, considerati “una vera e propria stangata che colpisce lavoratori e famiglie già duramente provate dalla crisi economica”.
Già in passato il Pci aveva palesato una forte preoccupazione riguardo alla mancanza di un necessario piano di risanamento della Ruzzo che avrebbe dovuto garantire l’approvvigionamento idrico e la qualità del servizio, limitando gli sprechi e non toccando le tariffe.
“La Ruzzo Reti”, si legge in una nota, “procede invece in direzione opposta e con metodo arbitrario, annunciando aumenti del 19%, inaccettabili ancor più perché in assenza di un piano di risanamento che sappia far fronte alla situazione debitoria in cui versa la società”.
Il Pci condanna infine il tentativo “di fare cassa in maniera grossolana, mentre è sotto gli occhi di tutti come l’attuale gestione si contraddistingue per il ricorso indiscriminato a consulenze esterne ed alle esternalizzazioni in genere, che contraddicono la funzione pubblica dell’Ente nonché squalificano le risorse professionali interne”.