Teramo. La Provincia cerca professionisti ed esperti in progettazioni comunitarie, anche se all’interno della struttura dirigenziale dell’ente, questo segmento di attività è stato già previsto e dovrebbe funzionare. La Provincia di Teramo, infatti, è composta da ben 12 Settori, uno dei quali contiene, al suo interno, un servizio creato appositamente per supportare l’attività di progettazione e gestione degli iter dei progetti europei e dei relativi finanziamenti.
Si tratta del primo settore, guidato dal dirigente Piergiorgio Tittarelli, che si occupa, oltre che di turismo, di strutture ricettive, attività economiche, programmazione negoziata, agricoltura, progetti integrati territoriali (PIT) e, appunto, di politiche comunitarie. Il Servizio politiche comunitarie (la delega è nelle mani del Presidente Valter Catarra) è composto, almeno stando quanto riportato sul sito internet della Provincia, da sei impiegati, quasi tutti funzionari, più, ovviamente, dal dirigente che, però si occupa anche di altri servizi. Uno di questi funzionari, nella precedente giunta, si occupava, specificamente, di progetti comunitari, come referente per i vari bandi e come segretario dell’associazione Arco Adriatico Ionico (presieduta all’epoca da Ernino D’Agostino ed oggi dall’assessore provinciale Davide Calcedonio Di Giacinto), ruolo che, almeno a vedere il sito dell’associazione (www.arcadio.it), ancora ricopre. Naturalmente tale ruolo era, e si suppone che ancora sia, adeguatamente retribuito, anche in virtù del numero di progetti portati avanti, progetti sul cui esito, però, poco o nulla si sa. Infatti la struttura provinciale, pur creata ad hoc e composta da un numero cospicuo di dipendenti (ci sono servizi, in Provincia, di uguale importanza che vanno avanti con due o tre addetti), con posizioni organizzative e incentivi vari, non sembra aver portato a casa, né con la precedente amministrazione né con l’attuale, rilevanti finanziamenti comunitari e, anzi, sono più i bandi nei quali la Provincia viene esclusa che quelli che riesce a portare avanti. Da qui, forse, la necessità di emanare un bando per trovare figure professionali “in possesso di competenze riguardanti uno o più dei campi sotto specificati (che spaziano dall’agricoltura al turismo, passando dalle politiche giovanili, sociali, ecc. – ndr) e dei relativi programmi Comunitari o Fondi Strutturali della Regione Abruzzo (FAS, FERS, FSR, FSE ecc) o Bandi Ministeriali e di altre P.A. (Enti, Fondazioni, Associazioni, soggetti pubblici e/o privati)”. Il candidato ideale, naturalmente, dovrà avere esperienza di progettazione comunitaria e/o nazionale e regionale, non inferiore a tre anni e conoscere perfettamente la lingua inglese pur essendo gradite altre lingue. Fin qui nulla da eccepire, ma ci si chiede, allora, a cosa serva la struttura del Servizio Politiche Comunitarie, per la quale, tra l’altro, il dirigente qualche mese fa aveva chiesto un apposito corso di lingua inglese, da estendere anche agli assessori (un po’ di internazionalità non guasta mai….) e i cui funzionari spesso sono impegnati in viaggi all’estero, se poi servono figure “specializzate”. E la domanda diventa ancora più pressante se si tiene conto del fatto che l’attuale giunta aveva fatto della razionalizzazione dei servizi, con conseguente diminuzione di settori, dirigenti e sprechi vari, il cavallo di battaglia del proprio agire amministrativo. A quasi un anno dell’insediamento, i settori della Provincia sono rimasti gli stessi, si è creata una società in house con un amministratore unico pagato quanto un dirigente (se non di più), della tanto sbandierata “razionalizzazione” non se ne parla più e, invece di razionalizzare i servizi, si creano nuove figure apicali e si esternalizzano compiti per i quali si erano creati servizi appositi.