Silvi. La recente approvazione del bilancio di previsione del Comune di Silvi ha scatenato nuove polemiche da parte dell’opposizione di centro sinistra che aveva proposto la riduzione della Tarsu che invece resta su livelli altissimi, i più alti in provincia di Teramo.
“Dei 16 emendamenti presentati dalle opposizioni”, sostiene Silvio Massimi del Pd, “nessuno è stato ritenuto meritevole di approfondimento per essere approvato. La giunta Vallescura ha preferito aumentare di 100 mila euro la spesa per il turismo, invece di restituire ai silvaroli i soldi del conguaglio Tarsu. Infatti nel Consiglio scorso il Partito Democratico aveva chiesto al primo cittadino di reperire le risorse per abbassare la pressione tributaria, o in difetto l’avrebbe fatto l’opposizione. In una sala consiliare dove molti esponenti della maggioranza erano letteralmente “addormentati”, contro le raccomandazioni degli esperti finanziari del Comune che hanno dettato una linea di condotta per ridurre al minimo le spese non essenziali, Vallescura & Co vanno verso il dissesto finanziario, tra viaggi, balli e canti in piazze semideserte, a spese dei poveri cittadini”. Secondo il Pd si sarebbe perso il senso della misura, andando a prelevare dalla cassa le uniche disponibilità, “per finanziare il divertimento di pochi contro gli interessi di tutti”. Il Pd chiede che le manifestazioni estive vengano finanziate in maniera diversa.
“Questa giunta di destra conosce le esigenze dei cittadini?”, prosegue l’esponente del Pd, “Le scuole di Silvi hanno dovuto chiudere le aree esterne perché inagibili, tenendo chiuse pure le finestre perché, se aperte, sono ad altezza del capo e colpiscono gli alunni. Praticamente sequestrando docenti e ragazzi, all’interno delle strutture! Le sistemiamo con la Bucalossi o Accordi di Programma? Dei 600 mila euro previsti nel 2010 di Bucalossi, in 5mesi ne abbiamo incassati 50 mila, meno del 10%! In 6 anni di governo la destra non è riuscita a fare nessun accordo di programma, ma continua a metterli in bilancio”. Il Partito Democratico e tutte le forze di opposizioni, di fronte a queste scelte, hanno preferito abbandonare l’aula.