“Si è convenuto di proporre al Ministero dell’Ambiente” hanno spiegato in merito Valter Catarra e l’assessore provinciale all’Ambiente, Francesco Marconi “una riformulazione della zonazione dell’Area Marina della Torre di Cerrano in maniera da ricavare un corridoio per il transito e la pesca delle vongole. Una soluzione, questa, sostenuta anche da una relazione tecnico-scientifica dell’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise”.
Dal canto suo, il Cogevo non metterebbe in discussione l’esistenza del Parco Marino, ma sottolinea comunque alcune incongruenze del regolamento che mettrebbero in seria difficoltà le attività di pesca non solo all’interno dell’area, ma anche fuori da essa.
Vi è la volontà politica, inoltre, di prevedere la partecipazione di un rappresentante del Cogevo all’interno del Consiglio di amministrazione del Parco del Cerrano.
Emerse, infine, durante l’incontro anche altre richieste da parte dei vongolari, come il ristoro economico per le ridotte attività di pesca e i finanziamenti specifici per il comparto piuttosto che il riconoscimento di un marchio IGT. La Regione si è impegnata ad aprire un tavolo di lavoro per affrontare le singole questioni.
Convegno a Grado: illustrati due studi sulla “Torre del Cerrano”. Si è tenuto a Grado, martedì 4 e mercoledì 5 maggio 2010, il convegno internazionale “Archeologia Subacquea del Mare Adriatico e del Mar Ionio. Ricerca, tutela e Valorizzazione”, organizzato dall’Iniziativa Adriatica-Ionica, Presidenza Italiana e dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia – Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia.
Nell’ambito della Conferenza sono stati presentati dall’Università di Roma, in collaborazione con l’associazione Archeosub Hatria, ben due lavori di ricerca che si occupano dell’antico porto di Cerrano, i cui reperti sono ancora rilevabili sui fondali antistanti la Torre.
La prima relazione è stata svolta sul tema Il connubio tra l’Archeosub Hatria e la didattica nella redazione di una carta delle presenze sottomarine lungo la costa abruzzese, mentre la seconda ha avuto come titolo Sannio e Piceno: evidenze costiere e relitti del medio Adriatico.
L’associazione non-profit “Archeosub Hatria” collabora con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo e con l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nella realizzazione di campi-scuola di archeologia subacquea, con lo scopo di completare il rilevamento delle antiche strutture portuali, probabilmente di epoca romana, antistanti la torre del Cerrano.
La scelta di questo sito per la creazione dei campi-scuola di archeologia subacquea non è stata casuale. Al particolare interesse archeologico dato dalle strutture presenti ad una profondità relativamente bassa (tra 3 e 6 m), si aggiunge, infatti, la possibilità di avere un’ampia fascia di mare dove è regolamentato il transito dei natanti, è vietato correre con acquascooter e motoscafi e si può operare nella ricerca in immersione. In questo modo si garantisce la massima sicurezza durante le attività di immersione e una migliore condizione di visibilità dei fondali per il ridotto materiale in sospensione presente. ?Il primo vero e proprio campo scuola di archeologia subacquea, si è volto dal 15 al 21 giugno 2009, dopo anni di preparazione per aprire le attività. L’obiettivo è quello di permettere agli studenti di archeologia o a semplici volontari strettamente supervisionati dagli archeologi, di effettuare attività archeologica subacquea pratica in un cantiere didattico, con lo scopo di migliorarne le competenze e le abilità sia archeologiche che subacquee.
Si tratta di un’attività didattica di non poco conto, dal momento che, nonostante le enormi potenzialità delle coste italiane, l’offerta formativa universitaria, scarseggia da questo punto di vista. Allo stesso tempo si crea un indotto turistico fuori dal periodo estivo, di massima affluenza, dato che i mesi di migliore visibilità per i sub sono quelli primaverili ed autunnali; indotto sempre utile per le strutture ricettive che altrimenti sarebbero portate a chiudere le proprie attività nei periodi di bassa stagione.
Un miglioramento per la cultura e per l’economia dell’area Atri-Pineto-Silvi e un buon biglietto da visita per la neonata riserva marina protetta “Torre del Cerrano”.