Sant’Omero, Costantini (Idv):” Quale lobby spinge Chiodi a vendere l’ospedale?”

CostantiniSant’Omero. “Chiodi sta operando in condizioni o “schizofreniche” o “illegali”. E’ la denuncia di Carlo Costantini, Capogruppo Idv alla Regione Abruzzo, che spiega: “Chiodi ha avviato le procedure per la vendita a privati dell’Ospedale di Sant’Omero, ma non ha detto a nessuno né in quale atto di programmazione complessiva e strategica l’operazione risulti inserita, né quale legge o atto amministrativo lo autorizzi alla vendita di un bene pubblico”.

 

Il tema della parziale privatizzazione dell’ospedale Val Vibrata, nelle ultime settimane, è al centro di un dibattito politico, che coinvolge non soltanto la Regione ma anche le istituzionali locali. “Certamente non potrà riferirsi al Piano industriale della ASL di Teramo sollecitato dall’ex Commissario Redigolo”, sottolinea Costantini, “considerato che sia Chiodi che Venturoni lo hanno definito più volte in Consiglio regionale “carta straccia. E sarebbe davvero singolare sostenere che Chiodi possa pescare a piacimento da un cumulo di carta straccia, dando attuazione solo alle poche pagine che si riferiscono alla privatizzazione dell’Ospedale di Sant’Omero. A meno che non sia entrata in azione una lobby capace di condizionarlo e di costringerlo ad una operazione che non ha né capo né coda”, aggiunge Costantini, “se solo si ricordano le parole dell’Assessore Venturoni che martedì, in Consiglio regionale, ha detto che non intende revocare la sospensione degli accreditamenti della clinica Villa Pini perché in questo momento il pubblico basta e avanza. Se basta e avanza, basta e avanza anche a Teramo ed a Sant’Omero”, afferma il consigliere IdV, “se, invece, non basta e non avanza, allora prima di creare altre strutture private, in Abruzzo, diamo una risposta alla curatela del fallimento di Villa Pini ed una speranza nel futuro dei lavoratori della clinica”.

Accreditamenti Villa Pini.

Ieri ho chiesto – inutilmente – a Chiodi” scrive in una nota Costantini, ” dove e’ scritto che può vendersi gli ospedali (ovviamente al di fuori dei piani industriali delle ASL, dichiarati illegittimi, inefficaci e “carta straccia” dagli stessi Chiodi e Venturoni). Oggi gli chiedo dove e’ scritto che per revocare la sospensione di accreditamenti mai revocati, come quelli di Villa Pini, il Presidente della Regione che e’ anche Commissario straordinario alla sanità di nomina governativa, debba attendere l’autorizzazione del Governo. Lo dica nel suo stesso interesse, per evitare che diventi una certezza il sospetto che in 12 mesi di gestione della crisi Villa Pini sia andato solo alla ricerca di scuse e di manovre dilatorie, evidentemente rispondenti ad interessi completamente diversi da quello generale, come quelli che gli sono stati affidati dal suo coordinatore nazionale Sen. Verdini, a favore degli sciacalli interessati alla ricostruzione post-terremoto. Dove e’ scritto che per assumere decisioni relative alla sola gestione di accreditamenti mai revocati dalla Regione non sia sufficiente l’intervento del Presidente della Regione che e’ anche Commissario governativo alla sanità, ma sia al contrario necessario l’intervento diretto del Governo? Dove e’ scritto, Signor Presidente della Regione?”.

 

Sulpizi (Idv), lamenta la dispairità di trattamento per i dializzati. 

“Ma come è possibile che pazienti dializzati che vivono nella stessa area geografica, in Comuni limitrofi e confinanti, debbano alcuni pagare il ticket ed altri no?”. E’ la domanda che si pone il Consigliere regionale dell’Italia dei Valori Camillo Sulpizio e che gira all’Assessore alla Sanità, Lanfranco Venturoni.

“Sono esterrefatto – ha commentato Sulpizio, intervenendo sul trattamento riservato, a parità di condizioni, ai pensionati di Civitella Casanova e di Montebello di Bertona  rispetto a quelli di Villa Celiera e Farindola – nel constatare che i primi non pagano i ticket per la dialisi ed i secondi invece sì”.

“Sicuramente c’è una giustificazione normativa e burocratica – ha concluso il Consigliere dell’IdV –  ma è già assurdo che chi va in dialisi debba pagare; ancor più assurdo che il cittadino dializzato di una frazione come Vestea sia esente e, a distanza di poche centinaia di metri, quello di Villa Celiera debba pagare”.

 

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