Teramo. Nel giorno della Festa della Donna, Valentina Galli, responsabile diritti civili della segreteria provinciale dei Giovani Democratici, ritorna su un episodio di alcuni mesi fa, cioè il caso di una signora teramana alla quale non era stata data la pillola del giorno dopo. “Alcuni dottori della nostra ASL – ha spiegato Valentina Galli – hanno negato la prescrizione della pillola del giorno dopo, nonostante questa sia utilizzabile secondo l’articolo di legge n. 194 del Maggio 1978. L’obiezione di coscienza, a cui si sono appellati questi medici, è prevista solo per la richiesta di aborto e pertanto non si può negare un trattamento richiesto dal paziente sulla base di convinzioni morali personali. Il risarcimento chiesto dalla donna ammonta a 500mila euro. Sorge spontaneo domandarsi: Da dove proverranno questi soldi? e Perché i contribuenti devono pagare un abuso di potere da parte di un ente pubblico?”. Non solo un problema morale per la Asl di Teramo, ma anche una questione economica se dovesse perdere la causa con la signora. Valentina Galli ha anche dichiarato che altri episodi simili si sono verificati in diverse strutture sanitarie teramane, “ma le donne non denunciano per vergogna o per timore della famiglia”.