Termina con un esposto presentato dal movimento 5 Stelle di Teramo alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, la spinosa questione del Capodanno teramano che tra polemiche, spiegazioni poco chiare, lettere e minacce di querele, aveva tenuto banco per quasi un mese nella vita politica cittadina. Sarebbero tre, in particolare, per il consigliere comunale Fabio Berardini che si è occupato della questione, le irregolarità riscontrate e sottoposte ora alle autorità competenti.
Innanzi tutto la violazione dell’articolo 9 del Regolamento comunale sulle sponsorizzazioni che prevede la creazione di uno specifico bando per la ricerca di fondi dai privati nel caso in cui sia la stessa amministrazione a proporre un evento. “Ci risulta che il Comune di Pescara lo abbia fatto”, conferma Berardini, “mentre nella delibera comunale teramana si legge che è stata la stessa amministrazione a sollecitare con richiesta formale l’intervento di sponsor privati, senza tuttavia passare per alcun iter formale”.
La seconda anomalia riguarda la possibile violazione della normativa sul conflitto di interessi, visto che, in barba all’articolo 13 di cui il sindaco di Teramo non ha tenuto alcun conto, come da lui stesso dichiarato nel consiglio comunale dell’8 gennaio scorso, nessuna valutazione è stata fatta a riguardo. “Nessuna attenzione, dunque”, ha detto Berardini, “al fatto che potrebbero esserci conflitti con alcune aziende che in qualche modo collaborano già con il Comune o con la presenza di consiglieri comunali che sono anche amministratori di tali attività”.
Terza ma non ultima anomalia sarebbe la mancata registrazione nella delibera comunale di alcuni dei 18 sponsor (Amadori, Di Sante, Savini Costruzioni, Mastergrafica, La cantina di Porta Romana, Mastrilli e Vivenda) che, invece, erano stati esplicitamente ringraziati dall’assessore Francesca Lucantoni, in un post sul suo profilo Facebook.
“Dove sono finiti gli altri otto?”, si chiede il consigliere comunale, “quanti soldi hanno dato e chi li ha presi?”. Secondo Berardini, infatti, la risposta evasiva data dall’assessore in consiglio comunale potrebbe far pensare al fatto che abbia avuto trattative private o abbia addirittura preso soldi in nero. Inoltre, secondo la delibera comunale, i dieci sponsor indicati avrebbero coperto tutte le spese, per cui sarebbe da spiegare se, quanto e soprattutto come gli altri soldi incamerati dal Comune siano stati utilizzati.
“Non è questo il modo di gestire in trasparenza l’amministrazione comunale”, ha aggiunto Berardini, niente affatto soddisfatto delle risposte poco chiare o evasive ricevute in consiglio comunale a riguardo, “per questo ci auguriamo che venga fatta al più presto luce dalla Procura e dalla Corte dei Conti, in modo da avviare un cambiamento reale nel modo di fare politica a Teramo”.