Pescara. Protesta di decine di cittadini davanti ai cancelli del parco della riserva dannunziana, chiusi fin dalle nevicate di febbraio, che hanno spezzato rami e abbattuto tronchi. Il ripristino della sicurezza richiede lungaggini burocratiche, ma stamattina il Pd ha organizzato la protesta chiedendo: “Perché tanto ritardo?”.
Sono passati più di tre mesi dalla nevicata del 10 febbraio 2012: il gelo e la neve, come in molte parti della città, hanno devastato la vegetazione della riserva dannunziana. Numerosi i rami spezzati, tanti i pini abbattuti completamente, tanto da far vacillare la soglia di sicurezza per tenere il parco più grande di Pescara aperto al pubblico. Da tre mesi, bambini, sportivi e amanti del verde sono costretti fuori dal parco, a causa della burocrazia che rallenta le operazioni di ripristino e manutenzione. Il comparto 2, quello di fronte allo stadio Adriatico è, stato già riaperto ai primi di maggio, dopo 32mila euro di lavori, 27 tronchi caduti rimossi, 156 piante abbattute e 151 potate, per il resto della pineta è stato eseguito materialmente solo il sopralluogo della Forestale e del Servizio Fitopatologico della Regione Abruzzo. Trattandosi di riserva naturale, quindi area protetta, il Comune necessità dell’autorizzazione della Sovrintendenza ai Beni Ambientali, ente regionale.
Per sistemare la zona più ampia, quella del laghetto e del circuito sportivo del jogging, la Giunta Mascia ha già preparato un progetto da 87mila euro per rimuovere 53 crollate a terra, abbattere 117 alberi e potarne 365, ma solo la scorsa settimana è arrivato il via-libera dalla sovrintendenza, permettendo al Comune di inviare solo ieri gli inviti per la gara d’appalto. Con l’apertura prevista per il 4 giugno, il parco dovrebbe riaprire al pubblico prima di luglio.
Ben più scettico il Pd, che stamattina ha radunato davanti ai cancelli chiusi della riserva decine di cittadini in protesta: “Con un po’ di fortuna la riserva riaprirà all’inizio di agosto”, hanno detto i consiglieri comunali Di Pietrantonio, Blasioli, Marchegiani e Alessandrini, e il capogruppo della circoscrizione Portanuova Cuzzi, “Dopo l’apertura delle le buste si dovrà controllare il rispetto dei requisiti delle ditte partecipanti e occorrerà altro tempo ancora prima dell’inizio dei lavori”. Ma i democratici avanzano dubbi anche sul progetto approvato: “ Chi penserà alla ripiantumazione dei pini caduti? Perché questi nuovi progetti non prevedono la ripiantumazione dei circa 300 pini persi?”. E torna in auge la discussione sul Piano di assetto naturalistico, elaborato dalla precedente amministrazione di centrosinistra per mezzo del biologo Giovanni Damiani proprio per ridisegnare le funzioni della pineta dannunziana “Appena insediatosi l’allora assessore ai Parchi Ricotta ci comunicò che stava studiando quel Piano, ora la stessa risposta ci viene dal nuovo assessore Renzetti: comprendiamo che l’amministrazione voglia approfondire”, incalzano dal Pd, “ma a distanza di tre anni ci saremmo aspettati il voto in Consiglio per questo che è il vero piano regolatore della nostra Riserva”.
Daniele Galli