Teramo, il grido degli Ultras: Ridateci il vero stadio comunale

vecchio_stadio_teramoTeramo. “A tutto c’è un limite”. Al grido di “ridateci il vero comunale”, gli ultras della curva est scendono in campo in difesa di una storia, quella del vecchio stadio, continuamente “minacciata” da progetti di abbattimento, che definiscono “inutili e speculativi”.

“Noi ci sentiamo in dovere di ribadire che non permetteremo a nessuno di abbattere il nostro stadio. Questi penosi amministratori, infatti, chiamati a governare per il bene della collettività, dopo aver fatto orecchie da mercante alle nostre sacrosante rivendicazioni di salvaguardia di un patrimonio di tutti, dopo essersi coperti di ridicolo con la loro colpevole assenza alle manifestazioni da noi organizzate in passato, sottraendosi consapevolmente a qualsiasi dibattito pubblico, dopo aver illuso il comitato promotore circa la fattibilità di indire un referendum, dopo aver vidimato i moduli pieni di firme che noi raccoglievamo con pazienza ed entusiasmo, dopo aver sperato che l’obiettivo di raccogliere le 5000 firme non sarebbe mai stato raggiunto, dopo aver preso coscienza, loro malgrado, della voglia di democrazia di un’intera città, dapprima hanno cambiato, in corsa e vigliaccamente, il regolamento comunale con norme costituite ad hoc per non concedere il referendum e poi propinato ai teramani la subdola favoletta circa l’imminente inizio dei lavori per realizzare il nuovo teatro con capienza pari a quello esistente, palazzine e una cementificazione selvaggia. Solo questo oscuro modo di agire sarebbe bastato per capire che qualcosa sotto non andava, ma il nostro solerte sindaco rassicurava tutti i cittadini dichiarando che, per far partire i lavori, c’erano solo ‘alcuni documenti da firmare’. L’incombente inizio dei lavori veniva però meno, sbugiardando così il primo cittadino e successivamente la prefettura di Ascoli, libera da legami e interessi con i palazzinari di turno, scoperchiava il vaso di pandora dichiarando nullo l’appalto. I dubbi diventano quindi certezze. Se a tutto ciò si aggiunge l’imbarazzante situazione a causa della quale il Teramo Calcio 1913, è costretto a pagare un gestore privato per poter giocare nella propria città, questa assume le sembianze di una farsa vergognosa, della goccia che fa inevitabilmente traboccare il vaso. Tale situazione è da imputare all’immobilismo ipocrita di questi politicanti incapaci da sempre di dare risposte concrete a problematiche inerenti un patrimonio della città intera, ma subito pronti a salire sul carro dei vincitori in occasione di facile visibilità mediatica e, allo stesso tempo, di sterili promesse volte esclusivamente all’autocelebrazione. Una città capoluogo di provincia, che dispone di un impianto pubblico da 80 anni, che oggi non è più in grado di offrire uno stadio alla squadra che la rappresenta, è la dimostrazione del disfacimento totale nel quale questa classe politica sta trascinando Teramo, sacrificandola agli interessi ad al profitto del privato di turno da tutelare a discapito del bene pubblico. Chiediamo pertanto a questi signori di mettere immediatamente fine a queste manfrine intorno al destino del vecchio Stadio Comunale e darlo in gestione alla Teramo Calcio, riconsegnando alla stessa un luogo dove poter svolgere le proprie attività, un luogo che per 80 anni è stato la casa naturale del calcio cittadino. Non tollereremo più l’arroganza e l’incompetenza di questi faccendieri, non accetteremo ulteriori siparietti e non permetteremo a questi signori di continuare a prendere in giro una città intera e di fare affari sulla nostra pelle, calpestando la passione popolare ed il vero ed unico orgoglio della nostra città”.

Impostazioni privacy