Pescara. Disabili, anziani, bambini. In sostanza, le fasce deboli della società. Sono loro le “vittime” privilegiate dei tagli al sociale previsti nella nuova manovra finanziaria governativa. E, se i fondi non ci sono più, allora è giusto celebrare degnamente il loro funerale.
La cerimonia avrà luogo, a Pescara, mercoledì 31 agosto, quando le associazioni scenderanno in piazza e si mobiliteranno contro una manovra che “uccide pensione di invalidità, assegno di accompagnamento, assistenza domiciliare e trasporto, creando anche problemi occupazionali a tutti gli operatori del settore.
Pescara chiama Italia, dunque, in un tam tam che si diffonde sulla rete internet, chiamando a raccolta il mondo della disabilità. L’appuntamento è per le ore 9.30, quando i manifestanti si ritroveranno davanti la sede della Prefettura. Seguirà, alle 10.30, il rito funebre per i portatori di handicap. “Le associazioni e la popolazione che vorrà intervenire” scrivono gli organizzatori “seguiranno in abito nero il carro mortuario, intonando una marcia funebre dalla chiesa di Sant’Andrea fino alla sede dell’Ufficio Territoriale del Governo. La giornata si concluderà, alle ore 11, con un incontro ufficiale dei rappresentanti delle associazioni con il prefetto Vincenzo D’Antuono, al quale saranno invitati anche i parlamentari e gli amministratori della Regione.
Ed ha già annunciato la sua partecipazione al funerale l’assessore provinciale alle Politiche sociali Valter Cozzi, che sarà al fianco dei portatori di handicap e dei rappresentanti delle associazioni.
“Comprendo le preoccupazioni di chi denuncia i tagli decisi dal governo” dichiara Cozzi “perché si tratta di decurtazioni insopportabili che si ripercuotono, se non oggi in futuro, anche sugli enti locali e quindi sui servizi all’utenza. Spero che con la manifestazione promossa a Pescara da Claudio Ferrante, presidente dell’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, si riesca a lanciare un messaggio di sensibilizzazione che arrivi anche a Roma. Sono d’accordo con i tagli alle spese superflue, imprescindibili in questa fase, ma non è possibile che a pagare siano le categorie più deboli della società”.