Pescara. “Domani alle 16.00 andrò ad ascoltare i ragazzi in protesta con sedie e libri davanti alla Provincia a favore della Biblioteca provinciale; suggerisco anche al Presidente Testa di andarli ad ascoltare, con la speranza che gesti eclatanti riescano a scuotere la ragionevolezza della sua giunta regalando finalmente al territorio decisioni utili per quanti ogni giorno, famiglie e studenti, debbono affrontare la quotidianità sempre più problematica della formazione scolastica e della crescita culturale delle nuove generazioni”.
Così Antonella Allegrino interviene in merito ai malumori degli studenti sulla biblioteca e sul possibile accorpamento tra Aterno e Manthoné. Il consigliere provinciale ricorda in proposito le mozioni, interrogazioni e prese di posizione sia politiche che a mezzo stampa intraprese in passato per “smuovere l’immobilismo in cui versa invece l’amministrazione Testa, incapace, ancora una volta, di prendere decisioni che vadano incontro a studenti e famiglie, referenti primi della comunità e dei suoi servizi. E’ gravissimo che l’amministrazione provinciale non affronti con azioni decise e positive anche l’altro tema di grande attualità per il nostro territorio: entro dieci giorni oltre cento famiglie forse decideranno di iscrivere in propri figli presso istituti scolastici di altre città o province poiché non è stata data una risposta chiara e positiva alla richiesta di gradualità di uscita per gli istituti superiori che verranno accorpati ad altri con spostamento degli studenti a partire dal prossimo anno scolastico. Infatti il malumore di studenti e famiglie continua a smentire l’amministrazione Testa circa la questione della fusione tra Aterno e Manthoné”.
Secondo l’Allegrino, in merito al dimensionamento scolastico che penalizza molti studenti come quelli dell’Aterno, era indispensabile che famiglie e studenti partecipassero al tavolo “condiviso” che ha deciso il piano di dimensionamento e razionalizzazione delle scuole pescaresi, “in modo da trovare” precisa il consigliere “risposte all’esigenza di un cambiamento graduale e non brutale di istituto come quello che invece si prospetta, in modo da limitare i disagi degli studenti in corso che hanno scelto quella scuola perché lì ubicata. Considerando che a favore della gradualità c’è anche la dirigente dell’istituto è evidente che la scelta relativa alla fusione Aterno e Manthoné non era unanime e condivisa com’è stata invece spacciata”.