“Prima il taglio di 63.000 euro dai fondi che ha comportato riduzione di orari e attività, poi la scoperta dell’inagibilità di parte dei locali non rispondenti a pieno alle normative di sicurezza, infine la perdita di personale che da domani sarà orfano di tre unità a causa della mancata stabilizzazione dei precari della Provincia”, dice la Allegrino in una nota stampa. La biblioteca D’Annunzio, vista sfumare l’ipotesi Mediateca con il progetto di riqualificazione delle Aree di Risulta, deve cercare ora un’altra destinazione per accogliere i suoi 55.000 frequentatori annui, tantissimi studenti per lo più oltre a ricercatori e studiosi cittadini. Dopo il sopralluogo della Sisma in agosto, ditta incaricata delle verifiche sulla sicurezza, è stata scoperta l’inagibilità e l’urgenza di trovare una soluzione: “che da fonti comunali si apprende potrebbe essere parte del Mediamuseum, di proprietà del Comune che riceverebbe in cambio l’ex Napolplast: lì i 500 mq attuali ospitati dal Palazzo del Governo, sarebbero raddoppiati per sale di lettura, magazzini e uffici, ma la trattativa procede a rilento e la biblioteca è costretta stoicamente a portare avanti le sue attività malgrado le prescrizioni che avrebbero comportato la chiusura, con un drastico ridimensionamento sia degli orari che del personale. E da domani non ci saranno più tre bibliotecarie esperte, sostituite con altro personale che non ha mai fatto questo tipo di lavoro!”, aggiunge la consigliera.
La biblioteca, nonostante conservi al suo interno un patrimonio di grande valore per la Provincia, è costretta ad andare avanti grazie allo zelo di chi la dirige. Dal 1929, anno di fondazione, i 15.000 volumi archiviati sono divenuti oggi oltre 250.000 pezzi, di cui: 200.000 volumi (ben 7.000 risalenti a prima del ‘900), più 5.000 tra enciclopedie e trattati, 382 cinquecentine, 13.000 opuscoli, 6 incunaboli, a cui si sommano 2.000 testate di periodici, 269 testate in abbonamento che si traducono in 50.000 pezzi raccolti, oltre ai libri della biblioteca interculturale aggiuntisi di recente, manoscritti di pregio, molti nella sezione Abbruzzesistica, la più fornita della regione, audiovisivi, supporti informatici, fotografie, carteggi. “Un patrimonio che ora, per la mancanza di un progetto serio per il futuro, sopravvive con poche decine di migliaia di euro l’anno causa la deviazione di risorse verso imprecisate vicissitudini della Presidenza del Consiglio Provinciale e con la promessa di prolungare l’attività fino a dicembre, fatta dal Presidente per addolcire la pillola dei tagli. Una promessa che non è né un progetto, né una soluzione”, conclude Antonella Allegrino.
Daniele Galli