Pescara. Si riaccende il dibattito sulla sicurezza. Uno scambio di vedute, non troppo pacato, tra il segretario cittadino Pd Stefano Casciano e il Presidente della commissione sicurezza Armando Foschi. E il tema ‘sicurezza’ spesso richiama l’attenzione su Pescara Vecchia, tanto perla quanto pietra dello scandalo della movida Pescarese.
Un confronto a suon di note scritte. Tutto parte da Casciano che sabato ha dichiarato: “La sicurezza a Pescara è solo apparenza”. Si riferisce direttamente ad una rissa accaduta giovedì notte in Via delle Caserme, durante la quale un ragazzo si è fratturato una mano ed è stato costretto a subire un intervento chirurgico per rimediare ai danni della scazzottata. “Sebbene il sindaco Mascia continui a dichiarare che Pescara è sicura e che i problemi che in passato hanno caratterizzato la zona di via delle Caserme sono scomparsi”, tuona Casciano sabato mattina, “la realtà è ben altra: continuano le risse, i ragazzi si sbronzano e i controlli non sono così serrati come vogliono farci credere”. Il riferimento è chiaramente alla tragedia del 20 marzo, quando Luciano Zerrilli fu mandato in coma dai pugni di Claudio Spinelli.
La zona fu blindata nei giorni a seguire: vari e numerosi esponenti delle forze dell’ordine pattugliarono a tappeto la notte di Pescara Vecchia per le prime settimane, per poi essere sostituiti da polizia privata. Ora la pratica delle ‘vasche’ si è trasferita sul lungomare, ed è diminuito di molto il numero dei frequentatori di Corso Manthonè e dintorni, ma a quanto riferisce Casciano non mancano episodi di violenza e illegalità, anche da parte degli esercenti: “In realtà, infatti, alcuni gestori, dopo il coprifuoco permettono ai clienti di stazionare all’interno del locale e di continuare a bere anche a prezzi più bassi, sommistrando cicchetti a un euro. Il solo fatto che, fortunatamente, non si siano verificati episodi gravi, come quello che ha visto coinvolto Luciano Zerrilli solo qualche mese fa, permette di insabbiare quanto succede”. Da qui il suo richiamo all’Amministrazione, anche per un maggior sostegno alle forze dell’ordine: “La verità, purtroppo, è che in questi mesi nulla è cambiato. Chiediamo all’amministrazione di attivarsi per rafforzare i controlli e per identificare quegli esercenti che, in barba alle leggi e alle regole del vivere civile, continuano a somministrare alcolici anche dopo la chiusura del locale. Le forze di polizia fanno del loro meglio, ma i tagli previsti dalla finanziaria mettono non gli permettono di intensificare i controlli e protrarli oltre il week end”
Chiamato in causa, Armando Foschi risponde per le rime, non appena rientrato dalla trasferta di Mostar: “Il segretario Pd non può continuare a nascondersi dietro un vago comunicato stampa utile solo a gettare fango sull’immagine di un’intera città e di un’intera categoria produttiva, gli operatori di Pescara vecchia, con l’obiettivo di dare una visione distorta del nostro territorio. Pescara è una città sotto controllo grazie al lavoro encomiabile e all’impegno profuso ogni giorno, ogni notte, dagli uomini della Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia municipale e Corpo Forestale dello Stato, nei cui confronti il segretario del Pd dovrebbe mostrare maggiore rispetto”. Due visioni diametralmente opposte, che paiono descrivere due città diverse. Foschi, poi, conclude invitando ad interventi ufficiali: “sentiamo il segretario Pd parlare di presunte risse e scazzottate e di interventi chirurgici che non sono stati segnalate neanche dalle Forze di Polizia. Non solo: Casciano ha denunciato un fatto gravissimo, ossia la presunta presenza nel centro storico di gestori che permettono ai clienti di continuare a bere, anche dopo l’orario di chiusura dei locali, ‘somministrando cicchetti a un euro’. A questo punto Casciano è a conoscenza di una notizia di reato e quindi è suo dovere di cittadino dire pubblicamente quali sono tali gestori e denunciarli presso le Forze dell’Ordine, per collaborare e consentire loro di individuare le mele marce.
Scatta così la controreplica: “Non solo sono a conoscenza della scazzottata, ma posso anche affermare con certezza che si è verificata nella notte di giovedì scorso. Se non denuncio il locale in questione è solo perché non ho alcun titolo per fare un esposto, in effetti non ero presente sul posto. Posso permettermi di parlare di questo perché, forse Foschi non lo sa, anche se chi si affretta a mettergli le parole in bocca sì, svolgo una professione che mi porta a contatto con determinate realtà”, spiega Casciano.
Dai presunti pugni allo scontro certo. Il passo per l’attacco politico è breve: “il rispetto di cui parla Foschi, quello che secondo lui dovrei portare alle Forze di Polizia, nel mio partito non ha mai fatto difetto, cosa che non si può certo dire del suo, dato che nel momento in cui c’era da fare dei tagli il Governo li ha fatti proprio sulla sicurezza. Se Pescara non è il Bronx non lo dobbiamo certo al niente fatto dall’amministrazione, ma al forte senso civico dei pescaresi. Come è normale che sia, però, episodi-limite si verificano anche qui, non denunciati solo perché non sfociati in tragedia, e credo che l’amministrazione comunale farebbe bene a prenderne atto”, prosegue il Democratico.
Una polemica partita in sordina, tra il week end di mare e la trasferta istituzionale, che sembra destinata a proseguire in settimana. La mossa spetta ora a Foschi, o a chi sopra di lui, date le ruvide accuse di Casciano: “Non ho affatto ‘denigrato l’immagine di Pescara’, ma se ce ne fosse bisogno non esiterei a farlo, dato che ritengo una caratteristica tipica delle società mafiose nascondere i reali problemi di una città, con il solo obiettivo di non attirare l’attenzione. Se Foschi, o chi per lui si è preso la briga di rispondere con tanto livore ad una mia denuncia, pensa davvero che ciò che ho raccontato sia grave, farebbe bene a seguire il mio consiglio, ovvero aumentare i controlli e non continuare a nascondersi dietro un dito.
Daniele Galli