Spoltore. La ludopatia, ossia la dipendenza dal gioco d’azzardo, è un disturbo della sfera comportamentale ed è una vera e propria malattia, che non deve essere presa sotto gamba.
E’ un fenomeno pericolosamente in crescita, che va dall’attaccamento compulsivo alle slot-machines alla fissazione per il gioco d’azzardo, dove la posta è sempre più elevata e il rischio aumenta.
Perciò, fare rete con i Comuni della provincia contro la ludopatia, per potenziare le attività di prevenzione e sostenere quelle d’intervento, è l’idea del sindaco di Spoltore, Luciano Di Lorito, e del consigliere comunale, Nadia Di Giandomenico, che hanno invitato questa mattina a Palazzo di Città i rappresentanti dell’esecutivo dei Comuni di Cepagatti, San Giovanni Teatino, Città Sant’Angelo e Montesilvano.
Dopo un’indagine territoriale, realizzata grazie al progetto ‘Stop the game, se il gioco non dura poco’, dell’associazione ‘CollegaMenti’, è stato possibile tirare le somme riguardo alla diffusione del fenomeno.
“Moltissime signore spendono le loro pensioni con i gratta e vinci, ma anche tante persone dai 30 ai 50 anni si giocano gli stipendi alle slot-machine e chi ha perso il lavoro o è in mobilità arriva a spendere gli assegni di disoccupazione e di sostegno al reddito. Quotidianamente riceviamo segnalazioni dai Servizi Sociali di casi particolari, alcuni dei quali molto gravi, come di chi arriva a perdere la casa davanti ad una macchinetta da gioco” ha illustrato Di Lorito.
Pare che disoccupazione e malessere sociale, infatti, siano i migliori alleati delle dipendenze patologiche in genere e soprattutto dei comportamenti ossessivo-compulsivi, di cui la ludopatia fa parte. Insomma, come sosteneva Gabriel Garcìa Màrquez, “Non c’è medicina che guarisca quel che non guarisce la felicità”.
“A questa prima fase di analisi dobbiamo far succedere una operativa e di risposte concrete, perché i casi sono davvero tanti” ha proseguito Di Lorito.
“Fare rete con i Comuni conviene a tutti, per due motivi: il primo è che bisogna ottimizzare le risorse degli enti locali: unire le forze significa essere più incisivi economicamente; il secondo è che un presupposto fondamentale per convincere i dipendenti da gioco a partecipare a terapie e a sedute di gruppo è quello dell’anonimato. In questo senso risultano fondamentali avere un call center attivo a cui rivolgersi telefonicamente e trovare un primo supporto psicologico ed anche un luogo non immediatamente identificabile, dove recarsi senza il timore di essere giudicato” ha aggiunto Di Giandomenico.
Naturalmente, poiché la ludopatia è un serio disturbo psicologico, la rete operativa a sostegno dei giocatori sarà formata da persone con specifiche competenze del settore.