Pescara. Su iniziativa dei gruppi consiliari comunali di Forza Italia, Ncd e Pescara Futura, martedì si terrà a Pescara (alle ore 16) una seduta del consiglio straordinaria e aperta sul tema “Crisi economica ed occupazionale del settore edilizio e relativo indotto: le iniziative del Comune per il rilancio delle politiche urbanistiche ed edilizie”.
I consiglieri che hanno sollecitato la seduta sull’edilizia chiedono che “il dibattito non si riduca ad una contrapposizione tra maggioranza e opposizione ma che, anzi, intervengano i rappresentanti della Regione, delle associazioni di categoria e dei lavoratori nonche’ degli ordini professionali interessati” e sollecitano sin da oggi “una assunzione di impegni da parte di chi amministra la citta’” su una serie di problematiche legate all’edilizia che saranno poste all’attenzione del Consiglio martedi’. Anticipando oggi alla stampa una serie di rilievi, i consiglieri comunali, rappresentati dai capigruppo Marcello Antonelli per Forza Italia, Guerino Testa per Nuovo centrodestra e Carlo Masci per Pescara Futura, hanno messo in evidenza i numeri della crisi del settore, che in provincia di Pescara ha registrato la chiusura di 200 aziende e la perdita di 1550 posti di lavoro, con prospettive future non incoraggianti.
“Le iniziative legislative nazionali e regionali tese a fornire stimoli al settore attraverso la facilitazione, lo snellimento e la velocizzazione delle procedure e la individuazione di forme di incentivazione per garantire la redditività economica degli interventi, non hanno prodotto fino – dicono dei banchi dell’opposizione – alcun risultato positivo, per via del mancato recepimento di queste norme da parte del Comune. Inoltre, sempre in base alla normativa esistente, si dovrebbero perseguire la riqualificazione delle aree degradate, il recupero degli edifici dismessi e il miglioramento del patrimonio edilizio esistente ma – continuano i rappresentanti della minoranza – l’adozione di provvedimenti tesi a ridurre la situazione negativa di questo settore non trova riscontro ad oggi nelle iniziative tecnico amministrative del Comune che si e’ caratterizzata in questi primi sei mesi di consiliatura per aver sostanzialmente bloccato o ritardato ogni intervento finalizzato a ridare impulso all’attivita’ dell’edilizia. Ci sono state infatti riduzioni dell’organico sia degli uffici pianificatori che di quelli gestionali come il Sue e il Suap con la mancata approvazione dei piani urbanistici e/o varianti gia’ adottati, e un atteggiamento dilatorio sulla variante gia’ predisposta dagli uffici sulle Norme tecniche di attuazione e sul Regolamento edilizio, a cui aggiungere la mancata attuazione del Regolamento per i controlli a campione sulle pratiche edilizie”.
I tre gruppi di minoranza fanno notare che “sarebbe indispensabile ben altro atteggiamento da parte del governo cittadino che dovrebbe incentivare proprio gli interventi tesi alla sostituzione dei vecchi edifici”. Alla polemica si e’ associato anche il consigliere regionale Lorenzo Sospiri il quale ha fatto notare che “da una parte il Pd in Regione ha sollecitato una proroga delle norme sul decreto sviluppo per tutto il 2015 mentre il Comune di Pescara non ho ancora recepito tali norme e ci si trova ancora ai livelli di una discussione preliminare
“L’opposizione privata della straordinaria delega che conferisce l’elettorato non riesce più a ritrovare se stessa e scopre l’autonegazione, avventurandosi su scenari che poteva disegnare quando quella delega ce l’aveva nelle mani, come se non avesse mai governato. E’ imbarazzante vedere l’ex maggioranza chiedere un Consiglio straordinario su edilizia e urbanistica con l’intento di “collaborare” e doverla sentire denunciare i ‘ritardi’ dell’Amministrazione in carica, nell’annunciare la seduta. In pratica rivendicano a un governo al lavoro da appena sei mesi ciò che loro, maggioranza per 5 anni, non sono riusciti nemmeno a mettere in campo”.
Lo ha dichiarato il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Enzo Del Vecchio, ricorda che nel “1 aprile 2011 il Consiglio Comunale con la delibera n. 59, dettava indirizzi per una variante alle norme tecniche di attuazione che oggi diventa occasione per gli ex di denunciare il ritardo dell’Amministrazione Alessandrini! Se dopo 40 mesi l’Amministrazione Mascia non è riuscita a produrre quel documento, è ridicolo pretendere che l’attuale governo cittadino possa svolgere quel compito in soli sei mesi. Ciononostante, questi sei mesi sono stati utilizzati in maniera più che proficua, tanto da poter dare corso a iniziative nel senso oggi tanto auspicato dall’attuale opposizione. Lamentare ritardi sul piano di politiche urbanistico-edilizie è solo l’incapacità di riconoscere il proprio fallimento sul tema, che è sì complesso e articolato, ma affrontabile, applicandosi. E’ paradossale poi che la minoranza chieda accelerazione nelle pratiche edilizie e al contempo diffidi e blocchi l’implemaentazione della dotazione organica, dopo aver determinato uno svilimento e depauperamento della stessa ad opera dell’ex direttore generale, attraverso prestestuosi e inconcludenti procedimenti disciplinari. Noi, grazie all’importante lavoro dell’assessore Sandra Santavenere stiamo cercando di recuperare un rapporto di estrema collaborazione e implementazione con il personale dell’Ente, tanto che in barba ai diktat dell’opposizione si è proceduto ad inquadrare un nuovo tecnico istruttore destinandolo immediatamente alle attività del SUAP. Questo anche in vista della rivoluzione da lei messa in cammino in tema di dematerializzazione e sburocratizzazione amministrativa del settore edilizio che consentirà alla città di cambiare e risollevarsi (un esempio è la celere decisione assunta sulla demolizione del stabile della Società Michelangelo rispetto ai 5 anni di vuoto dell’Amministrazione Mascia, costato alla città anche il danno economico per il risarcimento dei confinanti). Ancora, citare il decreto sviluppo, lo sblocca Italia, senza che al riguardo si mettano in evidenza le criticità che sono state rilevate sia nel corso della loro gestione di governo, sia nell’attuale situazione, vuol dire solo fare inutile filosofia, ben sapendo che altre sono le esigenze che la comunità attende. Non ci sottrarremo a questo gravoso lavoro che vede il Comune impegnato in stretta relazione con la Regione per superare quelle improvvide norme legislative che sono state emanate durante l’era Chiodi: definiremo gli standard urbanistici in linea con le norme nazionali per superare quegli ostacoli che il governo Mascia non è stato in grado di affrontare. In ciò si evidenzia la necessità di un chiarimento legislativo regionale da una parte e dall’altra la redazione di un dettagliato piano di zona che evidenzi le aree ove individuare standard urbanistici a sostegno della imptenditoria privata. Attività questa che ci consente di superare evidenti ostacoli tecnico giuridici e che possono avviare quel recupero del patrimonio edilizio esistente che è uno degli elementi fondanti del decreto sviluppo, oltre ad essere il punto nodale del nostro programma.
Per il vicesindaco “sul programma di riqualificazione del lungofiume, infine, agimmo all’epoca come opposizione anticipando la delibera di approvazione del programma stesso e facendo sì che la successiva, riguardante il parziale intervento sull’ex Consorzio Agrario, lo ricomprendesse in tale contesto. Una linea, la nostra, legittimata anche dal pronunciamento del Tar. Analogamente, attenzione e coinvolgimento della città sarà riservato al futuro di tutte le aree dismesse e degradate. Non saranno proposte di delibere, o Consigli straordinari che l’opposizione lancia fuori tempo a mettere in discussione la linea di rinnovamento e di attenzione che l’Amministrazione Alessandrini ha posto a salvaguardia e tutela dell’economia e del territorio della nostra realtà”.
Del Vecchio è sicuro: “non decideremo da soli: il rinnovamento del quadro normativo del settore urbanistico-edilizio-economico-ambientale della città deve rappresentare un volano di ripresa delle attività lavorative per tutta la filiera e va promosso con la filiera, come già accade, dando particolare attenzione al recupero dell’esistente attraverso gli incentivi possibili, nell’interesse di tutti e senza pregiudizio per l’ambiente e inutile consumo di territorio”.