L’Aquila. Nei 5 anni e 8 mesi trascorsi dal sisma del 6 aprile 2009 che devastò L’Aquila e il circondario, sono state emanate le seguenti disposizioni: 5 leggi speciali nazionali, 21 direttive del commissario vicario Guido Bertolaso, 25 atti delle strutture di gestione dell’ emergenza, 51 atti della struttura tecnica di missione, 62 dispositivi della Protezione civile, 73 ordinanze del presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi, 152 decreti del commissario delegato e presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, 720 ordinanze del sindaco di L’Aquila Massimo Cialente e innumerevoli atti e convenzioni tra ‘soggetti attuatori’ della ricostruzione pubblica tra i quali, il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, l’Ater e il Comune capoluogo.
I dati sono stati resi noti dall’ex parlamentare Pio Rapagnà, coordinatore regionale del movimento ‘Mia Casa Abruzzo’. “Sino ad ora – osserva – soltanto nei mesi scorsi sono stati finalmente aperti alcuni cantieri per la ricostruzione ‘pesante’ degli edifici di edilizia residenziale pubblica di proprietà dell’Ater classificati E e per la loro messa in sicurezza antisismica, nonostante le somme necessarie siano state stanziate e messe a disposizione sin dal 15 agosto 2009.
Nonostante le quotidiane sollecitazioni del Mia Casa e degli ‘Inquilini e Assegnatari’ ancora sfollati, e la presentazione di un dettagliato esposto presso la Corte dei Conti della Regione Abruzzo e la Procura della Repubblica dell’Aquila al fine di porre termine ai gravi ed incontestabili ritardi nella ricostruzione, sono ancora inutilizzati 54.7 milioni di euro – sempre stando al resoconto di Rapagnà – per edifici e abitazioni Ater classificati E e 37 milioni di euro per abitazioni di proprietà del Comune dell’Aquila.
In tutto questo tempo trascorso dopo il terremoto, tantissime famiglie di Inquilini e di Assegnatari avrebbero potuto rientrate negli alloggi dell’Ater e del Comune dell’Aquila: la ‘tremenda e pesantissima’ responsabilita’ di questa mancata ricostruzione pubblica non può che essere attribuita, rispettivamente e per quanto di competenza, al ministero delle Infrastrutture, al presidente della Regione, al sindaco dell’Aquila e ai soggetti attuatori individuati nel Provveditorato interregionale alle Opere Pubbliche dell’Abruzzo e nell’Ater della Provincia dell’Aquila.
Purtroppo – aggiunge il coordinatore del Movimento – il precedente Consiglio regionale, negli anni avuti a disposizione, non ha trovato il tempo, la volontà politica e la capacità legislativa di affrontare la problematica relativa alla ricostruzione e messa in sicurezza sismica del patrimonio abitativo pubblico, ma sembra che neanche quello nuovo sia in grado di ‘battere un colpo’ in tal senso.
Per questo – conclude Pio Rapagnà- il Mia Casa d’Abruzzo invita il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, il sindaco del Comune di L’Aquila Massimo Cialente, l’Ater ed il Provveditorato alle Opere Pubbliche, ad accelerare le procedure burocratiche, provvedendo a quanto di competenza, e dare inizio nei primi mesi del 2015 ai lavori più sostanziosi di ricostruzione pesante di tutti gli alloggi pubblici nei principali quartieri popolari e nelle frazioni dell’Aquila”.