L’Aquila. Una persecuzione. Così i vertici di Confindustria L’Aquila commentano l’art. 35 del disegno di legge n. 588, che prevede la restituzione del 60 per cento di tasse non pagate da parte di imprese e partite IVA alle quali, a seguito del sisma del 6 aprile 2009, era stata riconosciuta, con Legge dello Stato del 2011, la riduzione al 40% del carico tributario e contributivo.
Una notizia che subito ha scatenato non poche reazioni, oltre a quella degli industriali aquilani, che evidenziano le enormi ripercussioni che tale disposizione avrà sulle imprese già fortemente penalizzate. Ma c’è anche chi, come l’opposizione al Comune dell’Aquila propone la creazione di una Unità di crisi, per una mobilitazione istituzionale immediata. “Incredibile e inaccettabile la proposta fatta dal governo all’interno della legge comunitaria presentata al Senato” commenta il Vice Presidente vicario del Consiglio regionale, Giorgio De Matteis . “Non e’ possibile che un governo con una mano ci conceda l’elemosina di 150 milioni di euro nel 2013, al posto del miliardo richiesto, e con l’altra mano di fatto l’annulla, svuotandoci definitivamente le tasche. Se passasse questo provvedimento, il governo avrebbe decretato la fine di ogni speranza per la citta’. Per questo proponiamo una immediata mobilitazione istituzionale, attraverso la creazione di una Unita’ di crisi, composta dal Sindaco, dal Presidente del Consiglio comunale e dai candidati sindaci che si sono presentati alle ultime elezioni. L’Unita’ di crisi e’ lo strumento attraverso il quale coordinare tutte le azioni che dovranno essere condotte nelle sedi opportune, a partire da Palazzo Chigi, per passare al Ministero dell’Economia e terminare in Parlamento. Questo, consentirebbe di attuare una strategia istituzionalmente corretta e costante, che recuperi la credibilita’ del Comune dell’Aquila. L’Unita’ di crisi dovra’ essere immediatamente attuata e operativa su ogni argomento, cosi’ da poter contrastare efficacemente danni o effetti negativi sulla ricostruzione della città”.